Il video motivazionale della banca Intesa San Paolo è virale. Non si parla di altro in questi giorni sui social. A farne la spese la direttrice di una filiale della nota banca a Castiglione delle Stiviere, tale Katia, ormai presa di mira e sbeffeggiata su Facebook tanto da costringerla ad oscurare l’immagine del suo profilo per non farsi trovare. Quello che doveva essere un video privato, aziendale e, in un certo senso, goliardico, è diventato virale sul web e come ormai accade tristemente per questi fenomeni il risultato è sconfortante: una donna presa in giro, derisa e insultata per un video che neppure ha condiviso lei.

Video virale e bullismo in picchiata

Quello che è successo ha quasi dell’incredibile. Intesa San Paolo, qualche mese fa, aveva promosso un contest per le sue filiali, a cui ognuna poteva partecipare, che consisteva in un video motivazionale per i dipendenti, una sorta di modo per fare team building. La filiale di Castiglione delle Stiviere con la direttrice Katia ha partecipato come tanti altri e il video doveva rimanere all’interno dell’azienda mentre o è stato poi condiviso da qualcuno. Il video tuonava più o meno così: “Io ci sto. Ci metto la faccia, ci metto la testa, ci metto il cuore”, accompagnato da una canzoncina poco credibile, una torta e un saluto a Fabio, il dipendente malato che quel giorno non c’era. In poche ore l’hashtag #iocisto e #jesuisfabio hanno invaso i social insieme a insulti più o meno velati alla povera direttrice. I sindacati hanno diffuso poi una nota, non tanto per difendere Katia, piuttosto per ammonire Intesa sulla diffusione di questi contest definiti fantozziani e mortificatori.

Quello che appare chiaro è che un video che doveva rimanere all’interno dell’azienda è stato condiviso mostrandoci nuovamente la faccia cattiva dei social, quella in cui una donna come tante è stata insultata, derisa e sbeffeggiata nel giro di due ore (con tanto di meme e hashtag) .

Il tema del cyberbullismo torna così in auge, anzi forse è solo la ciliegina sulla torta in quello che è uno dei problemi da affrontare al più presto nel mondo social (e non solo).