È arrivata l’ufficialità. Lo stato d’emergenza è stato prorogato fino al 31 marzo 2022 a causa dei contagi in risalita. Lo scopo è uscire dall’emergenza coronavirus e andare verso un periodo di transizione. La decisione è stata presa in Consiglio dei ministri (Cdm). Che cosa cambia per i viaggi?

Che cosa cambia per lo smart working con la proroga dello stato d’emergenza fino al 31 marzo

Oltre alla proroga dello stato d’emergenza, il governo ha deciso di prorogare fino al 31 marzo la validità del Super Green Pass che consente solo a vaccinati e guariti di entrare in tutti i locali al chiuso, dai bar, ristoranti, discoteche, cinema, teatri, palestre, eventi, fiere etc.

Che cosa cambia, invece, per lo smart working e i viaggi?

Per quanto riguarda lo smart working, non scatterà l’obbligo di accordi individuali, i dipendenti pubblici e privati potranno ricorrere al lavoro da remoto, si tornerà quindi alla situazione normale da aprile 2022. In pratica è permesso ai datori di lavoro di poter attivare lo smart working con un atto unilaterale, senza accordo individuale. Inoltre, sono stati prorogati i congedi parentali al 50% per i genitori con figli in quarantena causa Covid e la possibilità di smart working per i lavoratori fragili.

Nuove regole per i viaggi

Per quanto riguarda i viaggi, questi sono ancora limitati. Fino al 31 gennaio i non vaccinati che tornano dall’estero dovranno sottoporsi alla quarantena di 5 giorni, mentre i vaccinati dovranno fare un tampone nelle 48 ore successive all’arrivo.
In pratica chi arriva da Austria, Belgio, Romania, Slovacchia, Slovenia, Spagna, Malta, Paesi Bassi, Polonia, Andorra, Principato di Monaco, Bulgaria, Cipro, Croazia, Danimarca, Estonia, Finlandia, Liechtenstein, Norvegia, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Portogallo, Repubblica Ceca, Svezia, Ungheria, Islanda, Svizzera e non è vaccinato dovrà rimanere in isolamento per 5 giorni tranne che i bambini che hanno meno di 12 anni.

Per i no-vax che arrivano da Stati extra europei invece l’isolamento sarà di 10 giorni. I vaccinati invece dovranno fare solo il tampone. La decisione italiana non è stata troppo gradita dalla vice presidente della Commissione Ue, Vera Jourova, che ha detto: “Quando gli Stati membri introducono condizioni aggiuntive o rendono le norme più severe, come nel caso dell’Italia e forse del Portogallo la scelta deve essere giustificata sulla base della situazione reale. Queste decisioni individuali degli Stati minano la fiducia delle persone sul fatto che le condizioni siano uguali ovunque in Unione Europea”.

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