La variante Omicron 5 sta crescendo sempre di più anche in Italia. La sua diffusione era già stata accertata alcune settimane fa con i primi casi. Intanto l’ISS ha reso noti i risultati di un’indagine sulla prevalenza delle varianti, dove è stato accertato che al 7 giugno la variante Omicron 5 è al 23% di incidenza mentre la variante Omicron 2 è ancora al 62,9% di incidenza. Tutti i casi covid delle ultime settimane sono da addebitarsi alla variante Omicron e le sue sottovarianti.
La variante Omicron 5 si sta velocemente diffondendo ed è molto contagiosa
I dati sono riferiti al 7 giugno, quando Omicron 5 era al 23% di incidenza.
“Occorre stare attenti perché questo virus cerca di eludere quelle che sono le nostre capacità di protezione. Al momento, seppur “contagiosissima” Omicron 5 non è dominante in Italia, ma sta crescendo ad una velocità molto molto alta.”
Secondo Ricciardi nonostante tutto non ci sarà come nella prima ondata o nella seconda ondata, una grandissima pressione sugli ospedali ma c’è timore per la campagna vaccinale in autunno:
“Quello che mi preoccupa è che siccome è venuta meno la struttura commissariale, ci saranno grandi differenze, più che difficoltà, tra le Regioni” ha detto.
Le regioni dove circola di più
Dunque, l’ondata estiva tanto temuta è iniziata e per le prossime settimane si attende un nuovo aumento dei casi. Ospite a Un Giorno da pecora, il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri ha chiarito che nella stragrande maggioranza dei casi i sintomi sono lievi, come “la peggiore influenza che si sia mai avuta”:
“Sta circolando questa sottovariante che è più contagiosa e diventerà predominante.
Aumenteranno i contagi, ci sarà qualche ricovero in più ma la situazione è sotto controllo in Italia come lo è anche in altri paesi. Ad ottobre e novembre però chi non è vaccinato rischia. E rischia anche oggi con questa variante. Questa sottovariante ha comunque una letalità alta per chi non è vaccinato”
La sottovariante Omicron BA.5 quindi, corre in Italia e se a livello nazionale si trova al 23,5% di casi, a livello regionale le cose cambiano: in Valle d’Aosta è al 100%, in Basilicata al 70% e in Molise al 50%, in Lazio è al 32,5%, in Puglia è al 32,6% e in Friuli Venezia Giulia al 31,1%. Numeri destinati a crescere nei prossimi giorni.