Torna l’incubo di una nuova ondata di Covid-19 in Inghilterra e ora ad allarmare è una nuova sottovariante della variante Delta che potrebbe essere la causa dei 50mila casi al giorno che stanno scuotendo il paese.

Nuova ondata Covid-19 in Inghilterra e il timore di una nuova sotto variante Delta

Era da luglio che in Inghilterra non si verificavano così tanti casi quotidiani e ora il via libera tutti voluto da Boris Johnson torna a far discutere. A preoccupare non sono solo i casi in aumento e il rallentamento della campagna vaccinale ma anche l’arrivo dell’inverno, che potrebbe peggiorare la situazione, e una nuova possibile sottovariante.

Quello che sta succedendo in UK preoccupa anche il resto dell’Europa, anche se il premier inglese ha fatto sapere che molto probabilmente ad incidere sul netto aumento dei casi è il fatto che ancora il 20% della popolazione non è vaccinata e la terza dose non ha ancora accelerato. Nonostante tutto, non saranno prese in considerazioni nuove restrizioni a meno che i ricoveri negli ospedali non tornino ad impennarsi.

Preoccupa la nuova variante AY.4.2

A preoccupare, inoltre, è la una nuova mutazione della variante Delta, denominata ‘AY.4.2’, che secondo gli esperti britannici sarebbe ancora più trasmissibile della Delta almeno del 10%. Anche in Francia i casi in aumento sembrano aver guadagnato terreno, così come nei paesi dell’est, dove in Lettonia è anche tornato il lockdown.
In merito alla nuova sottovariante Delta AY.4, l’ex commissario statunitense per gli alimenti e i farmaci Scott Gottlieb avrebbe chiesto un’indagine urgente per analizzare il brusco aumento dei contagi dovuto probabilmente a questa Delta plus:

“Il Regno Unito ha riportato il suo più grande aumento di casi di Covid in un giorno in tre mesi proprio con l’arrivo della nuova variante Delta AY.4 la mutazione nello spike raggiunge l’8% dei casi sequenziati nel Regno Unito.

Servono ricerche urgenti per capire se questa Delta plus sia più trasmissibile e abbia una possibile capacità di arginare l’immunità dei vaccini”.

Secondo il professor Francois Balloux, direttore dell’University College London, questo ceppo è più infettivo e non si possono escludere a priori nuove restrizioni se la situazione dovesse peggiorare.

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