In questi giorni il tema del vaiolo delle scimmie è sempre molto attuale. Crescono i contagi in Europa e anche in Italia, dove finora sono sei quelli accertati. Si cerca di contenere il virus, conoscere meglio quali sono i sintomi e sopratutto accertare da dove è partito il contagio (anche se gli esperti sembrano certi si tratti di un focoloaio nato o da una festa fetish in Belgio o dal gay pride alle Canarie).

Vaiolo delle scimmie, rischio migliaia di casi ma nessun allarme

Secondo Fabrizio Pregliasco, direttore Sanitario dell’IRCCS Istituto Ortopedico Galeazzi e Professore associato di Igiene Generale e Applicata presso la sezione di Virologia del dipartimento di Scienze Biomediche per la Salute dell’Università degli Studi di Milano, è importante contenere il contagio e agire in anticipo.

Durante un’intervista a Fanpage, il virologo ha parlato dell’importanza di agire prima e di non superare qualche migliaia di casi.

Ecco chi rischia

Il virus del vaiolo delle scimmie, conosciuto anche come monkeypox, sta causando un certo allarme e anche il Ministero della Salute ha deciso di fornire delle linea guida. Secondo Pregliasco si tratta di una situazione anomala, anche se per fortuna non ancora di grandi dimensioni. Nonostante tutto, va affrontato molto velocemente come è successo con il Covid-19. Quindi è importante parlarne ai cittadini senza allarmi, tenere sotto controllo i casi sintomatici e bloccare il focolaio:

“Sappiamo di una sola catena di contagio che parrebbe essere legata a maxi evento alle Canarie che si è svolto intorno al 15 maggio. Potrebbe essere stato un ambiente a rischio anche se non è una malattia tecnicamente a trasmissione sessuale. L’atto sessuale è però facilitante perché questo virus si trasmette in due modi: attraverso i famosi droplets, che abbiamo imparato a conoscere col Covid, ma anche soprattutto con il liquido delle vescicole che ci sono sul viso, sul tronco, sul palmo delle mani e sui genitali”.

Sempre a Fanpage, Pregliasco ha sottolineato che è fondamentale fare attenzione all’igiene delle mani e della persona. Insomma, per adesso nessun allarme ma per evitare che i casi vadano ad aumentare, è necessario bloccare quanto prima i focolai.