Un richiamo del vaccino Johnson & Johnson consentirebbe un aumento notevole della produzione di anticorpi contro il Sars-CoV-2. Due studi, in pre-pubblicazione su ‘medRxiv’, uno statunitense e uno europeo, dimostrerebbero che l’efficacia del vaccino J&J sarebbe di 9 volte superiore rispetto alla dose singola. È possibile, dunque, che si vada verso un richiamo del siero monodose della multinazionale americana.

Sempre più probabile il richiamo per il vaccino Johnson & Johnson

Gli studi sono stati condotti su 2mila pazienti ed è stata la stessa Johnson & Johnson a rendere noto all’interno di un suo comunicato come il richiamo del vaccino Janssen abbia generato “un aumento degli anticorpi di 9 volte rispetto ai 28 giorni dopo la prima dose”.


Il capo della Ricerca e Sviluppo di Janssen, Mathai Mammen, ha ribadito come il siero J&J generi risposte immunitarie capaci di durare e resistere per almeno otto mesi.

Comunica che “con questi nuovi dati stiamo vedendo che una dose di richiamo del vaccino ai partecipanti allo studio, che erano precedentemente immunizzati con il nostro vaccino, aumenta ulteriormente le risposte anticorpali”.
La multinazionale americana sta aprendo un confronto con gli enti regolatori. Partendo dall’americana FDA all’EMA, l’Autorità Europea del Farmaco. Ciò sulla possibilità che venga accolta la seconda dose di richiamo per il vaccino J&J.

Verso la terza dose anche per gli altri vaccini, ma l’OMS lancia l’allarme

L’ipotesi che si sta facendo sempre più avanti sembra essere quella della necessità di un richiamo per tutti i vaccini. Secondo le parole del Ministro Speranza, la terza dose, per Pfizer e Moderna, sarà probabilmente realtà in breve tempo. Quindi è probabile che anche i vaccinati con Janssen dovranno effettuare il richiamo.

Restano, però, sullo sfondo le parole dell’OMS, l’Organizzazione Mondiale della Sanità. Quest’ultima ha chiesto ai paesi ricchi e occidentali di ‘rinunciare’ alla terza dose e di favorire la diffusione delle vaccinazioni nei paesi del Sud del Mondo.

In questi ultimi le percentuali di immunizzati sono bassissime. La riflessione non è solo di carattere umanitario, ma ha basi scientifiche. Se si permette la circolazione del virus in larghe fette della popolazione mondiale, la possibilità di nascita di nuove e più pericolose varianti è estremamente probabile.
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