Emergenza sanitaria e crisi economica sono due fenomeni strettamente correlati: la campagna per la vaccinazione contro il Covid avrà sicuramente un impatto sulla ripresa, sia in senso positivo qualora si dovesse raggiungere per l’autunno davvero il 70-80% di vaccinati, sia in senso negativo qualora quella soglia dovesse non raggiungersi.

Due dinamiche si intersecano: da un lato, la campagna di vaccinazione potrebbe accrescere la fiducia già a partire dal primo semestre 2021, dall’altro resta l’incognita di nuove misure restrittive molto probabili per i primi mesi dell’anno prossimo a causa della crescita dei contagi che potrebbe divenire realtà soprattutto dopo le feste di Natale.

La tabella di marcia del vaccino anti-Covid e gli effetti sull’economia

Secondo la pianificazione concordata con l’Europa e la Pfizer, si prevede l’arrivo di circa 470mila dosi di vaccino a settimana, mentre il 4 gennaio si attende il verdetto dell’EMA per quanto concerne il vaccino Moderna.

I maggiori problemi al momento sono due: innanzitutto, la decisione della Germania di aumentare le dosi di vaccino al di sopra del livello concordato dall’UE non gioca a favore di una ripresa che possa essere considerata e organizzata a livello europeo, in quanto rischia di creare un tipo di concorrenza che potrebbe non dare i suoi frutti.

La seconda incognita riguarda la modalità mediante la quale l’Italia saprà organizzare il proprio piano vaccinale. Quest’ultimo punto sarà decisivo per la ripresa economica: il nostro paese dovrà essere in grado di mettere in campo tempestività ed efficacia nella campagna di vaccinazione e fondamentale sarà la comunicazione con l’opinione pubblica, che in Italia è spesso poco favorevole se non addirittura contraria a questa pratica di immunizzazione.

La connessione tra vaccini anti-Covid ed economia: il caso italiano

Velocità ed efficienza dovranno essere i due elementi decisivi per la campagna vaccinale.

Gli scenari non possono che essere fondamentalmente due:

  1. A partire dall’autunno 2021 si raggiungerà la quota del 70-80% di vaccinati in Italia, per cui un ritorno a una (quasi) normalità non potrà che favorire la crescita economica;
  2. Se la soglia non dovesse essere raggiunta per qualunque ordine di problemi (disorganizzazione, ritardi, intoppi dovuti a un’opinione pubblica contraria alla vaccinazione), allora l’impatto sulla ripresa sarà indubbiamente minore e la crisi economica potrebbe continuare a dilagare.

Gli analisti economici concordano sul fatto che per un ritorno alla vera normalità pre-pandemia occorrerà attendere il 2022 o più probabilmente il 2023. La recessione economica del 9% circa del 2020 potrà essere tamponata soltanto con una sfilza di trimestri positivi.

Le previsioni di crescita per il 2021 dovranno essere riviste al ribasso?

L’unico modo per permettere la ripresa economica è l’abbassamento della curva dei contagi: qualora non dovesse avvenire è chiaro che si andrà in contro a nuove misure restrittive e nuovi lockdown.

Per quanto concerne le previsioni di crescita sono due le previsioni da tenere sott’occhio, una estremamente ottimista del 6% (contenuta nel Nadef di settembre) e una estremamente pessimista dell’1,8%.

L’Ufficio parlamentare di Bilancio ha chiarito nel suo ultimo report che “anche prefigurando un rapido recupero ciclico a partire dalla primavera, grazie anche al miglioramento del clima economico a seguito dell’avvio della campagna vaccinale, appare difficile realizzare la previsione programmatica del Governo di una crescita del Pil del 6 per cento”.

Le stime di crescita dunque si posizionano a metà strada tra i due estremi proposti: per la Banca d’Italia non si andrà oltre il 3,5%, per l’OCSE si parla del 4,3%, per la Commissione Europea del 4,1%. Decisivo dovrebbero essere gli effetti delle prime tranche di Next Generation EU nella seconda metà dell’anno.

L’incognita vera resta l’evolversi della pandemia: se la campagna di vaccinazione non dovesse raggiungere gli obiettivi prefissati, i benefici per l’economia tarderanno ad arrivare.

Mai come in questa situazione, gli scenari dipendono da fattori esterni difficilmente prevedibili.

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