Si ai vaccini in vacanza. Alla fine il commissario all’emergenza Francesco Paolo Figliuolo ha cambiato idea e apre così alle somministrazioni del vaccino in vacanza ma solo in certi casi. E intanto si parla ancora della terza dose.

Vaccini in vacanza, le regole

Il nodo dei vaccini in vacanza sembra finalmente arrivato ad un punto di svolta. A potersi vaccinare nei luoghi di villeggiatura sono solo le persone che soggiornano per periodi più lunghi in un posto diverso da quello di residenza.

Figliuolo ha inviato una lettera agli enti locali e a Radio 24 ha spiegato che:

“La Conferenza delle Regioni mi ha chiesto la possibilità di essere ancor più flessiblie e dare la facoltà di fare anche in casi particolari la seconda dose in vacanza. Ho appena firmato la risposta: per la struttura va bene, ci organizzeremo e faremo gli opportuni bilanciamenti logistici delle dosi. Dal punto di vista dei flussi informativi le procedure sono già state limate, ora le Regioni le dovranno mettere in pratica”

Viene quindi sottolineata l’eccezionalità del vaccino in vacanza, si parla di almeno due settimane di soggiorno. In seguito la somministrazione dovrà essere registrata nell’anagrafe vaccinale nazionale. Saranno milioni gli italiani che dovranno fare il richiamo tra luglio e agosto ma non sarà un problema visto che arriveranno tante dosi entro l’estate.

Terza dose da novembre e questione Open Day Astrazeneca

In merito alla terza dose, invece, si pensa di iniziare da 20 milioni di italiani a rischio fragilità o con età non inferiore a 60-65 anni con inizio da novembre per dare un’accelerata entro marzo e aprile. Gennaio 2022 sarà il mese clou per la terza dose. Tra i cambiamenti in vista la possibilità di non fare più affidamento sui grandi hub ma di far gestire la vaccinazione dal medico di famiglia.

Il vaccino prescelto per il richiamo sarà Pfizer-BioNTech.

Intanto continua a tenere banco il tema dei vaccini Astrazeneca somministrati ai giovani durante gli OpenDay. Ora, la possibilità di non somministrare le dosi a chi ha sotto i 50 anni si fa sempre più probabile, a causa dei rari eventi di trombosi che hanno colpito le giovani donne. Il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri è più per introdurre limiti sotto i 30-40 anni. Alcune regioni, intanto, hanno deciso di non somministrare Astrazeneca negli OpenDay ai giovani, mentre rimane aperto quello in programma in Lazio.

Vedi anche: Richiamo seconda dose vaccini Pfizer e Moderna, accorciate di nuovo le date

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