L’inverno è terminato per la gioia degli italiani che tra il caro bollette e l’inflazione si sono ritrovati a sostenere costi abnormi per luce e gas. Per non soccombere, quindi, in molti hanno cercato metodi di riscaldamento alternativi, più accessibili e soprattutto economici come le stufe a pellet e i camini a biomassa. Peccato, però, che il nostro paese potrebbe bandirne l’uso per ragioni di inquinamento ambientale, cosa ovviamente giustissima.

In molte regioni, soprattutto del Nord, già ci sono delle norme che riguardano l’utilizzo di entrambi i dispositivi.

Potrebbero, però, non essere sufficienti per migliorare la qualità dell’aria. Tutti e due i prodotti, infatti, emettono particolato fine ma anche degli altri composti inquinanti che possono causare problemi alla salute. Cosa potrebbe succedere quindi?

Il divieto è dietro l’angolo?

I prezzi del gas quest’inverno sono schizzati alle stelle e lo sanno bene i cittadini che si sono ritrovati a pagare bollette a tripla cifra. Visti i costi insostenibili, molte famiglie hanno adottato camini a biomassa e stufe a pellet come soluzioni di riscaldamento alternative. Purtroppo neanche questa scelta ha fatto risparmiare molto perché il prezzo di tale combustibile è addirittura triplicato. Rispetto al riscaldamento tradizionale, però, i costi comunque sono più bassi.

E per chi si è dotato di tali impianti potrebbe arrivare ora una doccia fredda. Il divieto di utilizzo potrebbe essere applicato, in modo graduale, a partire dalle zone più critiche dal punto di vista ambientale. In alcuni luoghi del Nord, inoltre, il veto potrebbe essere esteso anche ad altre fonti di combustione come i camini a legna tradizionali.

Nulla è ancora certo, però, ma se lo fosse, le restrizioni potrebbero essere diverse regione per regione.

Divieto stufe a pellet e camini a biomassa

Già esiste da alcuni anni il divieto di utilizzo di alcuni tipi di stufe e camini ma solo in Veneto, Emilia Romagna, Piemonte, Toscana e Lombardia.

Riguarda, però, solo degli impianti che non rispettano i criteri di emissione previsti dalla legge.

In Lombardia, ad esempio, c’è l’obbligo di installazione di generatori di ultima generazione dalla classe 4 in poi e dell’utilizzo del pellet di buona qualità dal 2022. In Veneto, invece, già dal 2017, vige l’obbligo di non usare impianti di classe inferiore alla quarta.

La regione Piemonte, invece, vieta dal 2019 l’utilizzo di generatori sotto i 35 Kw mentre la classe minima ammessa è quella a tre stelle così come in Toscana. L’Emilia Romagna, infine, con una direttiva valida dal 1° ottobre al 31 marzo di ogni anno, ha stabilito che i comuni sotto i 300 metri di altitudine non possono utilizzare generatori di calore domestici alimentati a biomassa legnosa sotto la certificazione tre stelle.
Nel resto della penisola, invece, sono in vigore le regole esistenti fino a nuovo ordine. Quelle che tutelano l’ambiente e la salute umana.

Insomma quello che accadrà si saprà nei prossimi mesi per cui chi vivrà, vedrà.

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