Ci deliziamo nella bellezza della farfalla, ma raramente ammettiamo i cambiamenti a cui ha dovuto sottostare per raggiungere quella bellezza”, affermava Maya Angelou. Proprio la metamorfosi della farfalla si rivela essere la giusta rappresentazione di ogni società.

Quest’ultima, infatti, per crescere e prosperare deve al stare al passo con i tempi e, se necessario, cambiare. Lo sa bene il governo guidato da Giorgia Meloni che, fin dal suo insediamento, è al lavoro per mettere in campo delle nuove misure volte a favorire lo sviluppo dell’economia nazionale.

Ecco cosa c’è da aspettarsi.

Ultimissime novità su partite IVA e pensioni: che cosa cambia di importante

Il governo è al lavoro per dare la conferma definitiva alla riforma del Fisco che dovrebbe portare, a breve, delle importanti novità per quanto concerne sia i pensionati che i titolari di partita Iva. In particolare alcuni potranno trarre dei vantaggi, mentre altri vedranno peggiorare la propria situazione. Ma cosa cambia?

Ebbene, stando alle ultime notizie in merito sembra che l’esecutivo stia pensando di rivoluzionare le aliquote Irpef. In pratica si ipotizza il passaggio dalle attuali quattro aliquote a tre, ovvero:

  • 23% per i redditi pari a massimo 15 mila euro;
  • 27% per i redditi che vanno da 15 mila euro fino a 50 mila euro;
  • 43% per redditi che superano quota 50 mila euro.

Se tali aliquote dovessero essere confermate, quindi, si registrerebbe un aumento delle tasse, pari al 2%, per redditi che vanno da 28 mila euro fino a 28 mila euro. Si registrerebbe una diminuzione delle tasse da pagare sul reddito, pari all’8% invece, per coloro che hanno un reddito che va da 28 mila fino a 50 mila euro.

Aliquote Irpef, si va verso la riforma: cosa c’è da aspettarsi

Un’altra ipotesi in ballo prevede il possibile aumento dell’aliquota mediana fino al 33%. In tale circostanza l’aumento delle tasse per i redditi compresi tra 15 mila e 28 mila euro sarebbe più alto.

Più bassa, invece, la diminuzione della mole di tasse per redditi di importo superiore superiori. In alternativa, non si esclude la possibilità che il governo decida di optare per le seguenti aliquote:

  • 23% per i redditi pari a massimo 15 mila euro;
  • 27% per i redditi che vanno da 15 mila euro fino a 75 mila euro;
  • 43% per redditi che superano quota 75 mila euro.

Tale soluzione finirebbe per avvantaggiare in particolar modo coloro che hanno redditi alti. Come già detto, comunque, al momento si tratta solo di ipotesi. Non resta che attendere l’approvazione definitiva della riforma del Fisco e vedere quali novità verranno effettivamente introdotte, in grado di cambiare il destino di pensionati e titolari di partita Iva.