Nuovi studi cercano di gettare luce sul tumore al colon-retto, uno dei più diffusi in Italia e nel mondo: sulla rivista The Lancet Gastroenterology & Hepatology è stato pubblicato uno studio epidemiologico che lancia un allarme specifico: questa tipologia di tumore sta accrescendo la sua incidenza tra gli under 30, quando il suo ‘target’ solito è per uomini e donne al di sopra dei 50 anni. In Italia i nuovi casi nel 2018 sono stati più di 50mila (28.800 tra gli uomini, 22.500 tra le donne): lo studio segnala che le operazioni di screening per gli over 50 hanno abbassato la possibilità che il tumore si evolva in cancro, mentre la popolazione al di sotto di quella fascia di età risulta essere più esposta.

Lo studio americano, su una popolazione di 500mila persone di sette Stati in alta fascia di reddito, è stato corroborato anche da uno studio europeo su 188mila giovani adulti e i risultati, in termini statistici, è il medesimo: una crescita dell’incidenza nella fascia di età 20-39 anni.

Dati in Italia sul tumore al colon-retto: perché una crescita tra i più giovani?

Gli elementi fondamentali che pesano sull’incidenza del tumore al colon-retto è sicuramente lo stile di vita e l’alimentazione. Secondo gli esperti, la malattia si può presentare più facilmente tra coloro che sono in sovrappeso o obesi, conducono uno stile di vita errato e consumano quantità eccessive di carni rosse. Il dato è ancora più allarmante se si guarda al futuro: al momento, in Italia, circa il 21,3% dei bambini presenta problemi di sovrappeso, il 7,2% si trova già in una condizione di obesità, mentre il’1,2% è obeso grave. Insomma, la prima lotta da fare sarebbe quella contro l’obesità con campagne informative, anche perché essere sovrappeso non porta soltanto conseguenze per la malattia di cui stiamo trattando, ma ovviamente per tutta una serie di patologie.

Ovviamente, lo studio americano spiega che, oltre l’alimentazione (troppo ricca di grassi e proteine animali e povera di fibre), bisogna porre molta attenzione anche ad alcuni fattori ereditari come la predisposizione alla poliposi adenomatosa.

Particolare attenzione devono avere anche coloro che soffrono di irritazione cronica dell’intestino.

Mangiare pesce abbassa le probabilità di contrarre il tumore al colon-retto

La prevenzione fondamentale si fonda su una dieta che deve essere equilibrata e sana. Secondo una nuova ricerca, questa volta portata avanti dall’Università di Oxford in collaborazione con l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) su un campione di poco meno di 500mila individui osservati per ben 15 anni, una buona prevenzione dovrebbe basarsi su una dieta ricca di pesce: si è dimostrato che chi mangia nell’arco di una settimana almeno 2/3 porzioni di pesce da circa 100 grammi l’una – meglio sarebbe raggiungere la quota 360 grammi, vede una diminuzione del 12% di possibilità di contrarre il tumore al colon-retto. Il pesce è molto ricco di proteine facili da metabolizzare, ma anche di zinco, ferro, iodio, vitamina D e vitamine del gruppo B, oltre ovviamente gli Omega 3.

Insomma, stile di vita sano, evitare obesità e mangiare molto pesce sono una delle forme di prevenzione per una delle malattie più insidiose del nostro tempo.

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