Si parla sempre più spesso delle conseguenze del coronavirus e dei sintomi più strani. Secondo una nuova ricerca condotta in Australia, infatti, una terza ondata di coronavirus potrebbe aumentare il rischio che si sviluppi il morbo di Parkinson. 

Perché si rischia il Parkinson

Tutto era nato da uno studio israeliano che aveva messo in luce il legame tra coronavirus e Parkinson dopo che un paziente aveva manifestato tremori e altri sintomi. E’ ormai chiaro che il covid non colpisce solo i polmoni ma anche il cuore, il cervello e altri organi.

Secondo i ricercatori del Florey Institute of Neuroscience and Mental Health di Melbourne, c’è il rischio che una terza ondata di covid possa causare aumentare i casi Parkinson, che già in Australia colpisce 80mila persone. Il coronavirus può avere gravi effetti sul cervello e sul sistema nervoso centrale

Lo studio

Lo studio “Parkinsonism as a Third Wave of the COVID-19 Pandemic” ha messo in luce che oltre alla perdita del gusto e olfatto altri sintomi riconducibili al terribile morbo possono essere collegati al coronavirus. Secondo la ricercatrice Leah Beauchamp: “Il Parkinson può essere il risultato di impatti ambientali o genetici, e il coronavirus può aumentare il rischio ambientale. Riteniamo che la perdita di olfatto rappresenti un nuovo modo per rilevare precocemente il rischio di sviluppare il morbo di Parkinson. Stiamo vivendo due pandemie: il Covid-19 da una parte e il Parkinson dall’altra”. Guardando a ciò che era accaduto con l’influenza spagnola, quando nel giro di alcuni anni erano aumentati di 3 volte i casi di Parkinson, è facile immaginare che alcuni virus possono avere una risposta infiammatoria molto importante sul cervello. Si rende quindi necessario monitorare i pazienti che hanno contratto il covid per capire a quali conseguenze a lungo termine andranno incontro.

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