Grazie al superbonus sono state superate le disparità tra le famiglie più abbienti e quelle meno abbienti. Ciò è stato possibile grazie alle opzioni di cessione del credito e sconto in fattura che hanno permesso anche alle famiglie con redditi bassi di poter ristrutturare la propria casa. E’ questa una delle importanti conclusioni che vengono fuori dall’indagine dell’Ufficio parlamentare di bilancio, Upb, presentata dalla presidente, Lilia Cavallari, durante ultima audizione tenutasi alla Camera dei deputati, Commissione V.

Vediamo nello specifico quali sono stati gli effetti economici legati al superbonus e agli altri bonus edilizi.

La situazione cambierà radicalmente dopo lo stop alla cessione del credito.

I dati sul superbonus tra interventi trainati e trainati

Come si legge nell’indagine in esame, i lavori agevolati terminati entro il 2022 sono 114.928, circa il 31 per cento degli asseverati totali a tale data, per un impegno di spesa complessivo di circa 20,4 miliardi (22,4 miliardi di detrazioni) e un investimento medio di 177.100 euro. Di questi, circa 17.900 sono condomini a cui corrispondono circa 112.700 unità immobiliari (6,3 unità medie per
condominio), 65.500 edifici unifamiliari e 31.500 unità indipendenti. L’investimento medio per i condomini è di circa 493.300 euro a cui corrispondono circa 78.300 euro medi per unità immobiliare (774 euro al metro quadrato). Risultano più elevati i costi specifici per gli altri immobili: 122.500 euro per gli edifici unifamiliari e 111.200 euro per le unità indipendenti. Che tuttavia sono caratterizzate da un costo al metro quadrato maggiore (885 euro contro 805) ma una minore superficie media (126 metri quadrati contro 152).

Gli investimenti trainanti costituiscono poco più della metà degli investimenti totali (52,1 per cento), con un’incidenza leggermente maggiore per i condomini (55 per cento).

Il superbonus supera le disparità reddituali grazie allo sconto in fattura e alla cessione del credito

Nell’indagine è evidenziato come nel passaggio da Ecobonus al 50/65 per cento a Superbonus al 110 per cento sia effettivamente aumentata in modo significativo la fruizione delle agevolazioni per il risparmio energetico nei Comuni a reddito più basso.

Una più omogenea diffusione del Superbonus rispetto alle precedenti misure di incentivo alla riqualificazione energetica si può inoltre rilevare esaminando la distribuzione territoriale dei benefici). La quota degli investimenti incentivati nel Mezzogiorno passa dall’11,3 per cento dell’Ecobonus (rispettivamente, 8 al Sud e 3,3 per cento nelle Isole) al 26,5 per cento con il Superbonus. Mentre si riducono corrispondentemente le quote del Nord-Ovest (dal 40,8 al 30,3 per cento) e del Nord-Est (dal 32,1 al 25,4 per cento).

Nel complesso, dunque, le differenze nella struttura e nelle modalità di fruizione della nuova misura fanno più che raddoppiare la quota delle risorse destinate al Sud (2,1 nel Sud e 2,5 nelle Isole).

I dati regionali

A livello regionale l’incremento maggiore si osserva per la Calabria, per cui la quota è più che quadruplicata, e la Basilicata (3,1 volte). Mentre la quota del beneficio complessivo distribuita in Liguria è di un terzo inferiore alle agevolazioni fruite con l’Ecobonus. A livello provinciale l’incremento maggiore si rileva al Sud per la provincia di Crotone (10 volte). Invece nelle altre ripartizioni si segnala l’incremento della quota delle province di Viterbo (5,5 volte) e di Ferrara (3 volte).