Mino Raiola non è morto. La notizia aveva fatto il giro dei media in pochi minuti ma in breve tempo, la morte di Mino Raiola era stata anche smentita. La diffusione era stata lanciata da Tg La7, come scrive Il Mattino, e in poco tempo aveva fatto il giro di tutte le testate. Lo staff del procuratore, però, aveva subito smentito e anche Alberto Zangrillo, primario dell’Unità Operativa di Anestesia e Rianimazione del San Raffaele di Milano, intervistato dall’Ansa, aveva confermato che si trattava di una fake news:

“Sono indignato dalle telefonate di pseudo giornalisti che speculano sulla vita di un uomo che sta combattendo”.

Morte Mino Raiola, si tratta di una fake news, arriva anche il post su Twitter

Mino Raiola è malato ma non è morto. A dirlo è stato anche José Fortes Rodriguez, il suo braccio destro, che interpellato da NOS Sport ha parlato di una brutta situazione ma in ogni caso il 54enne è vivo. In seguito, lo stesso Raiola ha scritto su Twitter un messaggio diretto a chi lo aveva dato per morto:

“Stato di salute attuale per chi se lo chiede: incazzato, visto che mi hanno dato per morto per la seconda volta in 4 mesi. Sembra che io sia anche in grado di resuscitare”.

Ma come è nata la fake news sulla morte di Mino Raiola?

Ma come è nata la fake news sulla morte di Mino Raiola? Il procuratore è malato da tempo, aveva subito un intervento a gennaio e negli ultimi tempi si era aggravato. Molte testate, dopo la smentita della sua morte, avevano scritto che era gravissimo. Poi è arrivato il messaggio abbastanza eloquente sui social che sembra aver chiuso il cerchio e confermato la fake news.

Raiola è nato a Nocera Inferiore ma è cresciuto in Olanda dove ha lavorato nella pizzeria di famiglia prima di iniziare la carriera di procuratore sportivo e diventare uno degli agenti più famosi al mondo.

Negli anni si è occupato dei trasferimenti di Ibrahimovic, Robinho, Pogba, Balotelli, Lukaku, De Ligt e molti altri e nel 2020 ha guadagnato 85 milioni di dollari secondo Forbes.