Dal 1° gennaio scadrà la norma introdotta con la pandemia per la quale era possibile l’invio delle ricette dei medicinali anche a distanza, tramite e-mail o messaggio. A meno di un intervento, quindi, si dovrà tornare dal proprio medico di famiglia e lo dovrà fare anche chi ha patologie croniche,. Il timore è che si creeranno file interminabili per ricevere la tanto agognata ricetta.

Invece di rendere tutto più semplice per i pazienti, quindi, si tornerà indietro con ripercussioni non solo per i cittadini ma anche per i medici dai famiglia.

Il problema, che non è stato ancora risolto, infatti, è il drastico calo di questi ultimi dato che quest’anno ne andranno in pensione 3902. Le maggiori sofferenze, comunque, si registreranno e si registrano già in Sicilia, Lombardia, Lazio e Campania.

Già in quest’ultima regione, comunque, ci racconta il signor Pietro, trovare un medico vicino alla propria dimora era difficile qualche anno fa, figuriamoci ora. Il suo, ad esempio, è andato in pensione e quello più vicino non si trova nel suo quartiere. Possibile che una persona anziana (di 70 anni), si chiede, debba avere tali problemi nonostante abbia pagato sempre le tasse? Lui è sano ma chi non è in grado di spostarsi come ovvierà al problema?

Non solo i medici di base ma anche i cittadini, quindi, chiedono una proroga dell’utilizzo della ricetta dematerializzata oltre la scadenza del 31 dicembre almeno di 1 anno. E il sindacato dei medici italiani, aggiunge, che essa dovrebbe diventare uno strumento strutturale.

L’allarme dei medici

Se ci sarà davvero lo stop alle ricette dei medicinali via e-mail e messaggi dal 1° gennaio, c’è il rischio che i medici vengono soffocati dalla burocrazia. Significa che anche chi è affetto da patologie croniche e non ha la necessità di essere visitato ogni mese, dovrà per forza andare dal medico per ottenere una ricetta.

Si tratterebbe di un ritorno al passato, comunica il Sindacato dei Medici Italiani, in un momento in cui c’è grave crisi dei medici di base.

Pina Onotri, segretario generale Smi, denuncia che se non interverrà il Governo si ridurrà ancora di più la disponibilità di tempo per l’attività clinica. Proprio per questo i medici, all’unisono, hanno inviato una lettera al ministro Schillaci. Hanno chiesto ovviamente la proroga della ricetta dematerializzata almeno per un anno e un intervento che renda il suo utilizzo strutturale.

La vecchia norma

Soltanto fino al 31 dicembre e quindi ancora per qualche giorno, salvo la tanto attesa proroga, si potranno chiedere le ricette dei medicinali a distanza grazie alla norma introdotta durante l’emergenza da Covid-19. Grazie a essa gli studi non si sono affollati tanto e i medici hanno potuto svolgere il loro lavoro con maggiore tranquillità. Ma da gennaio cosa accadrà?

Chiede la proroga della ricetta dematerializzata anche Lisa Mandorino di Cittadinanzattiva. Ha spiegato che della norma in scadenza beneficiano soprattutto coloro che distano dallo studio medico o che si ritrovano in condizioni disagiate per raggiungerlo. Si tratta soprattutto di persone anziane che dovrebbero, quindi, per forza chiedere aiuto a qualcuno per avere le ricette. Il coro è unanime e la speranza è che l’appello lanciato possa essere preso in considerazione dal ministro della Salute.

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