Immaginiamo tra 12 anni, quando in vendita ci saranno solo auto termiche, come potrebbe cambiare la mobilità. La notizia che dal 2035 ci sarà lo stop alle auto a motore termico, quindi i veicoli a benzina e diesel, ha scosso un po ‘ tutto il settore, automobilisti compresi. Da un lato, infatti, c’è il problema dei posti di lavoro e dall’altro gli automobilisti che possiedono un’auto a benzina o diesel che volente o nolente saranno spinti ad acquistare una nuova auto elettrica.


Dopo il 2035, infatti, le auto a benzina e gasolio si potranno ancora utilizzare per chi le possiede ma il loro valore sul mercato andrà piano piano ad azzerarsi.

Stop auto benzina e diesel: piano del governo per gli incentivi

E’ chiaro, quindi, che chi acquisterà una nuova auto nei prossimi anni, dovrà pensare seriamente di puntare a quelle elettriche. Per questo il governo potrebbe aumentare gli incentivi, proprio per spingere sempre più persone ad acquistare l’auto elettrica in vista del 2035. Il governo ha confermato anche per il 2023 gli incentivi per acquistare le autovetture, sia endotermiche (benzina e diesel a bassa emissione) che elettriche. Nel primo caso, i fondi sono quasi esauriti. Mentre sono ancora disponibili quelli per l’acquisto di auto con emissioni tra 21 e 60 g/km C02, le ibride plug-in. In totale sono 235 milioni, i fondi stanziati e usati solo 16 milioni di euro.

Per i veicoli elettrici, invece, con emissioni 0-20 g/km C02, su un totale di fondi stanziati pari a 190 milioni di euro, sono ancora disponibili 173 milioni di euro. In questo caso si parla di un incentivo di 3 mila euro senza vettura da rottamare e 5mila euro per chi rottama una vettura.

Cosa cambia

Da ciò che si apprende, il governo sta cercando di rendere più attraenti gli incentivi. Finora, infatti, questi non hanno avuto molto successo.

Anche a causa del costo delle auto elettriche mediamente più alto del 50% rispetto a quelle con motore endotermico. In pratica anche acquistando una utilitaria non si riesce a spendere meno di 25mila euro. Un altro problema che frena la vendita di questo tipo di auto, è la poca diffusione delle colonnine di ricarica.

Ecco perché, secondo quanto riferito dal ministro del Made in Italy e delle Imprese, Adolfo Urso entro breve tempo il governo potrebbe rivedere lo schema degli incentivi per passare alle auto elettriche. Potrebbe anche seguire un progetto per un maggior supporto alle infrastrutture. Anche perché l’Italia è assolutamente in ritardo sulla transazione. E’ l’unico paese che ha fatto registrare una contrazione delle vendite di auto elettriche, pari allo 0,9%.

I posti di lavoro a rischio

Un altro problema non di poco conto, riguarda il settore lavoro e il rischio di perdere migliaia di posti. Sei associazioni che rappresentano la filiera industriale automotive insieme alle Imprese produttrici e distributrici di carburanti rinnovabili e low carbon, liquidi e gassosi (Unem, Federmetano, Ngv Italia, Assogasmetano, Anigas, Anfia, Confapi) hanno inviato una missiva al presidente del Consiglio per avvertire dei rischi occupazionali a causa di questa decisione. In Italia si rischiano di perdere circa 73.000 posti di lavoro, di cui 67.000 già nel periodo 2025-2030. Ma va detto che se ne potrebbero guadagnare altrettanti con le nuove competenze green – stando a quanto riportano altri studi di settore.