A distanza di qualche giorno dalle elezioni, gli italiani fremono per sapere che cosa cambierà per quanto riguarda stipendi e lavoro in generale. Una curiosità che trova riscontro nei forti rincari e un caro vita che sta mettendo con le spalle al muro milioni di famiglie. In attesa di conoscere la squadra di ministri del nuovo governo Meloni, è possibile già da ora farsi un’idea un po’ più chiara su cosa può cambiare per i lavoratori e gli stipendi. Il primo punto nell’agenda di Fratelli d’Italia è per esempio il taglio del cuneo fiscale, misura già caldeggiata dal premier Draghi.

Nell’ordine delle idee della futura presidente del Consiglio, lo Stato dovrà pagare una parte dei contributi previdenziali ad oggi a carico del lavoratore e dell’azienda. Il governo Draghi, intervenuto sul tema in maniera parziale con il decreto Aiuti bis, avrebbe investito più risorse nella Legge di Bilancio per il 2023. Sappiamo però come è andata a finire.

Che cosa farà il governo Meloni per aiutare i lavoratori

Il taglio del cuneo fiscale è una misura spalleggiata anche dal Partito democratico. Non è un caso che Enrico Letta, segretario uscente dei dem, nell’ultima campagna elettorale abbia promesso la riduzione sia del cuneo fiscale che delle tasse sul lavoro. Questo con l’obiettivo di far ottenere ai lavoratori una quattordicesima in più.

In concreto, la proposta di Fratelli d’Italia sul taglio del cuneo fiscale prevede una riduzione di cinque punti percentuali per chi percepisce un reddito fino a 35.000 euro. Il taglio in questione sarebbe per due terzi a favore dei lavoratori, per un terzo invece a favore delle aziende. Per quanto riguarda invece le coperture, dovrà essere lo Stato a farsi carico sia della differenza del salario sia della decontribuzione.

Stipendi, le possibili mosse

Un’altra norma sul tavolo di Fratelli d’Italia per i lavoratori è la detassazione degli straordinari nel settore turistico.

Da un’idea iniziale di Silvio Berlusconi nel lontano 2008, la proposta di FdI è limitata al solo settore turistico. Ciò basterebbe per scansare le possibili critiche al provvedimento. Le stesse che erano più quasi quindici anni fa sulla detassazione generale degli straordinari da parte di Forza Italia.

Concludiamo con le partite Iva. Il futuro governo Meloni, se manterrà le promesse fatte in campagna elettorale, estenderà la flat tax al 15% a tutti i lavoratori autonomi che fatturano fino a 100.000 euro. Al momento, la flat tax al 15% introdotta con la Legge di stabilità nel 2015 (e poi estesa dal governo Conte nel 2019 fino a raggiungere 2 milioni di lavoratori autonomi) è una misura di cui beneficiano soltanto i lavoratori che fatturano fino a 65.000 euro all’anno. Insomma, ora resta solo da vedere le quando le eventuali proposte saranno messe in atto.