Il Governo ha trovato una momentanea soluzione per non dire addio allo SPID. È di poco fa la decisione di dare una proroga al sistema Publico di Identità Nazionale che permette l’accesso ai servizi online dei portali ufficiali della Pubblica Amministrazione. Stanziato un contributo di 40 milioni di euro una tantum per completare l’accordo con i provider.

SPID addio? Non ancora, arriva la proroga

Proprio di recente si era parlato dello stop allo SPID. Si varava infatti la possibilità di sostituirlo permettendo ai cittadini l’accesso direttamente con la CIE (carta d’identità elettronica).

Le nuove modalità imposte dal PNRR richiedevano un adeguamento tecnologico che sembrava scoraggiare, tanto che si era appunto parlato di un suo addio definitivo. Oltre alla CIE si studiavano anche altri possibili sistemi sostitutivi, ma alla fine si è raggiunto un accordo. Arriva quindi il contributo una tantum di 40 milioni per garantire la sostenibilità degli adeguamenti tecnologici richiesti ai gestori di Spid per la fornitura di servizio di identità digitale.

A prevedere tale proroga è stato un nuovo emendamento del Governo attualmente in discussione al Senato. Già Zangrillo, in questi giorni, aveva affermato che il sistema non andava abolito, ma migliorato. Pronta quindi la risposta del governo che ha praticamente messo in pratica e risolto quelle che erano le perplessità di coloro che ne sostenevano ancora l’utilizzo. A farsi carico di tale iniziativa è in primis il Dipartimento per la trasformazione digitale, il quale oltre allo SPID si sta personalmente interessando anche dell’implementazione dell’Anagrafe nazionale della popolazione residente.

Quanto dura la proroga e cosa ci attende

Molti si stanno chiedendo quanto durerà questa proroga e se alla fine lo SPID dovrà definitivamente andare in pensione. In realtà, se alla prima domanda abbiamo una risposta certa, alla seconda non è ancora dato rispondere senza il rischio di smentita.

La proroga infatti durerà 2 anni, ma non si conosce ancora il destino del sistema dopo tale tempo. Le intenzioni, però, sembrano esser quello di trovare effettivamente un metodo alternativo, e soprattutto più semplice e unitario. A tal proposito, il sottosegretario al Dipartimento della Trasformazione Digitale, Alessio Butti, ha dichiarato:

“Serve un serio processo di razionalizzazione del sistema di identità digitale, attraverso un unico strumento di accesso per tutti i servizi della pubblica amministrazione e per il servizio sanitario. Si tratta di un’iniziativa che ho voluto fortemente, non solo per assicurare la continuità operativa del servizio, ma anche e soprattutto per garantire gli adeguamenti tecnologici necessari affinché tutti i cittadini possano beneficiare di un’identità digitale sempre più sicura, affidabile ed efficiente”.

Possibile quindi una convergenza tra SPID e CIE, in modo da offrire ai cittadini quell’unità che lo stesso Butti si auspica. Non dobbiamo, però, aspettarci tempi celeri per il completamento di tale iniziativa.