Nella prima Supermedia dei sondaggi politici si inizia a respirare l’aria delle Elezioni Politiche, previste per il 25 settembre. Rispetto alle rilevazioni precedenti, infatti, ci sono stati importanti spostamenti per la maggior parte dei partiti maggiori: da un lato Fratelli d’Italia conferma la sua leadership nazionale e nel centrodestra, dall’altro il PD sembra convincere l’elettorato moderato e cresce di più di un punto percentuale. A essere particolarmente penalizzati sono i partiti che vengono considerati i responsabili della caduta del governo Draghi.

I risultati dei sondaggi politici in vista delle elezioni Politiche

Come già segnalato, i sondaggi in vista delle Elezioni Politiche mostrano innanzitutto lo stato di ottima salute di Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni, che si conferma prima forza politica nazionale con il 23,3% e una crescita dello 0,9%. Il Partito Democratico è però il partito che cresce di più nelle ultime due settimane: con un +1,1% e un risultato complessivo del 22,8% è solamente a mezzo punto percentuale di distanza da FdI. Crisi profonda invece per la Lega di Salvini che lascia sul campo lo 0,9% e scende al suo minimo storico del 13,7%. Stessa situazione per il Movimento 5 Stelle che è dato al 10,1% in calo dell’1,1%. In crisi anche Forza Italia, che continua a perdere pezzi che confluiranno nelle forze di centro (probabilmente alleate del PD), e che si mostra al 7,8% con un calo di consensi dell’1%.
Per quanto concerne le altre forze troviamo l’alleanza Azione/+Europa al 4,9% (-0,2%) ma di cui si prevede una netta crescita nelle prossime rilevazioni; l’alleanza Verdi/Sinistra al 4,1% (-0,1%), Italexit al 2,8% (+0,2%), Italia Viva al 2,7% (+0,1%), Art.1/Mdp all’1,8% (-0,2%).

I collegi uninominali, cosa dicono gli ultimi sondaggi

L’Istituto Cattaneo ha sviluppato un sondaggio per analizzare la situazione dei collegi uninominali in vista delle Elezioni Politiche. Nella quota proporzionale, infatti, il centrodestra unito viaggia al 46% circa, il centrosinistra sarebbe al 36% circa, il M5S, che andrebbe da solo, intorno all’11%.

La differenza però sarebbe tutta nella quota riservata all’uninominale, il centrodestra potrebbe accaparrarsi il 70% circa dei collegi.
La situazione dunque sarebbe la seguente: alla Camera, su 400 deputati, il centrodestra ne avrebbe 228, il centrosinistra 141, il M5S appena 29. Al Senato, invece, su 200 seggi, il centrodestra ne avrebbe 117, il centrosinistra 68, il M5S appena 13.
È ovvio che tutto possa cambiare nei prossimi due mesi, ma al momento il centrodestra avrebbe una maggioranza comoda per governare.
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