In tempi di guerra, i sondaggi politici elettorali e i sondaggi d’opinione sono particolarmente importanti per tastare il polso della situazione interna. Le ultime rilevazioni di Agi/Youtrend, il sondaggio più affidabile in quanto supermedia di tutte le rilevazioni delle ultime due settimane, segnala come il Partito Democratico sia ancora saldamente al primo posto nei consensi. Eppure, i dati che provengono dall’istituto demografico Euromedia Research e da Izi raccontano come gli italiani vedono la guerra in Ucraina e i dati più importanti sono due: la maggioranza è contraria all’invio di armi a Zelensky e soprattutto è contraria all’aumento delle spese militari.

La guerra in Ucraina nei sondaggi d’opinione Euromedia Research e Izi

I sondaggi Euromedia Research mostrano come il 61,4% degli italiani sia contrario all’aumento delle spese militari, mentre soltanto il 27,3% è favorevole al riarmo. Interessante notare che il 40% circa degli intervistati che hanno più di 45 anni invece vorrebbe proprio l’aumento delle spese. Il dato del sondaggio Izi è ancora più netto: il 73% è infatti contrario al riarmo. In più il 46,3% degli italiani ritiene che sarebbe più utile aiutare l’Ucraina con la diplomazia che con le armi. Ritornando al sondaggio Euromedia, il 37,6% degli intervistati ritiene che l’aumento delle spese militari significherebbe un taglio di risorse destinate ad altri comparti (la sanità, la scuola, etc.) ed è quindi da condannare.
I risultati dei sondaggi parlano chiaro: gli italiani sono contro la guerra, condannano ovviamente la Russia, ma ritengono che la via da seguire sia quella della diplomazia e non delle armi. Una posizione che allontana l’elettorato dalle scelte governative.

Quali sono gli orientamenti di voto negli ultimi sondaggi politici elettorali di oggi 1° aprile?

Arrivando alle intenzioni di voto, gli ultimi sondaggi politici elettorali Agi/Youtrend segnalano, come già accennato, il Partito Democratico al primo posto con il 21,5%. Con un distacco di quasi un punto percentuale, troviamo Fratelli d’Italia con il 20,7%.

La Lega lascia sul campo lo 0,2% e scende al 16,5%, mentre il Movimento 5 Stelle guadagna un decimale e sale al 13,5%. I pentastellati sono l’unico partito nella maggioranza scettico sull’aumento delle spese militari. La posizione di Conte è chiara: aumentare le spese militari significa tagliare altri servizi per i cittadini (scuola, sanità, etc.), tanto più che Bruxelles non sembra mettere in conto la possibilità di uno scostamento di bilancio.
Passando ai partiti minori, Forza Italia guadagna due decimali e arriva all’8,4%, mentre tutti gli altri perdono pochi decimali e restano al di sotto della soglia di sbarramento. Fuori dal parlamento ma festeggiando il risultato, si trova pure Italexit di Paragone che si posiziona al 2% delle preferenze.
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