Una delle eredità più tangibili che la pandemia di inizio 2020 ci ha lasciato è sicuramente lo smart working, cioè il lavoro da casa. Più della Dad, più della spesa da casa, più della pizza fatta in casa durante il lockdown.

Ancora oggi, a distanza di due anni, il lavoro agile conviene. Se ne è avuta riprova nel 2021, e un discorso analogo può essere fatto anche per il 2022. C’è però un ma: le bollette.

A lanciare l’allarme è uno studio dell’Osservatorio Smart Working della School of Management del Politecnico di Milano.

Secondo le prime stime, i dipendenti che lavoreranno in smart working per due giorni alla settimana spenderanno 400 euro in più di bollette rispetto al 2021.

Con lo smart working si spendono 400 euro di bollette nel 2022

La ricerca condotta dall’Osservatorio Smart Working del Politecnico di Milano stima un risparmio medio annuo pari a 600 euro per famiglia. La cifra, seppur consistente da un alto, è inferiore rispetto a quella dello scorso anno.

Nel 2022 a incidere in negativo sul risparmio effettivo di un dipendente in smart working è il caro bollette. Se infatti si considerano soltanto i trasporti, il risparmio arriverebbe alla soglia dei 1.000 euro. Ma dato che alla voce spese bisogna aggiungere anche le bollette, ecco che i 400 euro spesi in più per lavorare da casa fanno crollare il risparmio a 600 euro.

La School of Management del Politecnico meneghino prende in considerazione i consumi legati sia alla luce che al gas, tagliando fuori invece le altre spese. In ogni caso, è evidente come da una prospettiva allettante di risparmiare fino a 1.000 euro (circa 90 euro al mese), ci si debba accontentare di poco più della metà.

Smart working: il vero guadagno è per le aziende

A beneficiare del maggior risparmio sono proprio le aziende. Se si prende in esame lo studio citato qui sopra, per ogni lavoratore in smart working le imprese arrivano a risparmiare fino a 2.500 euro all’anno.

Di questi, soltanto 500 euro arriverebbero dalla riduzione dei consumi e l’ottimizzazione degli spazi inutilizzati. Gli altri 2.000 euro, invece, dalla riduzione degli spazi della sede aziendale, pari a circa il 30%.

Ringrazia anche l’ambiente

Infine, lo smart working ha un impatto benefico anche sull’ambiente. Si calcola che grazie al lavoro agile ogni anno si potrebbero ridurre le emissioni fino a 450 kg per persona.

Questo dato viene fuori sulla base di tre fattori: in primis la riduzione degli spostamenti, secondo le emissioni risparmiate dalle aziende, che insieme costituiscono un risparmio di 750 kg, a cui vanno sottratti circa 300 kg di emissioni di CO2 provocate dal lavoro da casa.