Potrebbe finalmente essere abolita la tassa che gli italiani odiano di più in assoluto, parliamo del canone RAI. Tale promessa, però, è stata fatta da tutti i Governi per cui davvero “chi vivrà, vedrà”.

Il signor Marco ci spiega che questo tributo lo fa indispettire molto. Il motivo principale è che si dovrebbe chiamare tassa di possesso e non canone RAI. Si paga, infatti, solo per il semplice fatto di possedere un apparecchio televisivo. Inoltre, aggiunge, perché il ricco che ha 5 televisori di ultima generazione deve pagare esattamente la stessa cifra di una persona che ha solo 1 vecchio televisore?

Facciamo un passo indietro in quanto non tutti sanno che il primordiale canone RAI venne istituito con un Regio Decreto nel 1938 sotto il regime di Benito Mussolini.

All’inizio tale tassa serviva per finanziare la propaganda fascista e riguardava solo la radio, perché all’epoca solo pochi potevano permettersi un televisore. Dopo la fine del regime fascista, però, tale tributo restò in vigore così come altre leggi. Solo che si differenziò negli anni con l’arrivo delle tv a basso costo.

Con la sentenza del 26 giugno 2002 numero 284 della Corte Costituzionale, poi, si configurò come una specie di abbonamento ma nel corso degli anni è diventato una vera e propria imposta che dipende dal solo fatto di possedere un apparecchio radio-televisivo e non della fruizione di un servizio.

Cosa bolle in pentola adesso e cosa è previsto per i prossimi anni?

Matteo Salvini ha presentato in Senato un disegno di legge per abolire il canone RAI. La proposta prevede una progressiva riduzione di esso con un taglio ogni anno del 20% fino al suo totale azzeramento. Il tutto nell’arco di cinque anni a partire dal 2024.

La battaglia della Lega si basa sul fatto che questa tassa è ingiusta perché è dovuta solo se si detengono apparecchi atti/adattabili alla ricezione del segnale.

Se è impossibile accedere alla rete o alla fruizione del servizio, per motivi estranei alla propria volontà, per la Lega gli utenti dovrebbero essere esentati dal pagamento di esso.

Nella bozza presentata è inserita anche l’idea di creare un nuovo canale dedicato alla “trasmissione di promozione culturale, nel quale non possono essere trasmessi spot”.

In più, per il Carroccio, dovrebbero essere regolamentate anche le produzioni esternalizzate ovvero quelle concesse in appalto ad aziende esterne e non realizzate con le risorse Rai. Tali produzioni, nel futuro, per tutelare le risorse dell’azienda pubblica, non dovrebbero superare il 30% di quelle totali.

Quali sono i compiti del servizio pubblico?

Il Carroccio non vuole solo che il canone RAI sia scontato inizialmente per poi essere eliminato del tutto. Desidera che i compiti del servizio pubblico siano legati a “libertà, completezza, obiettività e pluralismo dell’informazione”, ma anche alla “valorizzazione delle identità locali e delle minoranze linguistiche”.

Per la Lega dovrebbero inoltre esserci più trasmissioni sul ruolo che le donne svolgono nella vita sociale, economica e culturale del paese.

E infine, per il Carroccio, i telespettatori dovrebbero avere maggiore possibilità di riconoscere il pubblico interesse di un programma. Ciò potrebbe avvenire con l’inserimento della frase “programma finanziato con il contributo del canone all’inizio, alla fine o nel corso di ciascuna trasmissione”.

Per capire se questa odiosa tassa scomparirà del tutto, non ci resta che attendere i prossimi tempi.

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