Il 14 febbraio si festeggia in tutto il mondo San Valentino, ormai da tantissimi anni tale data è da associarsi alla festa degli innamorati. Ma cosa c’è dietro questa associazione? Cosa c’entra un santo, martire cristiano giustiziato in maniera crudele tanti secoli fa? A dire il vero, quasi nulla, tanto che ancora oggi gli studiosi si interrogano sul perché di tale associazione.

San Valentino, una strana festa

E’ davvero singolare il caso di San Valentino, come quasi tutte le feste cristiane, anche questa del 14 febbraio è ispirata a festività preesistenti del mondo pagano.

Per la precisione, il cristianesimo la introdusse al posto dei Lupercali, una festa romana legata alla fertilità. La Chiesa quindi decise di sostituire tale ricorrenza dedicando una giornata al vescovo e martire del terzo secolo.

Ma chi era questo Vescovo Valentino? Come anticipato, si tratta di un martire che fu prima imprigionato, e poi decapitato nel 207 dall’imperatore Claudio II il quale gli aveva imposto di convertirsi al paganesimo. Naturalmente, come tutti i martiri che la chiesa annovera tra le sue schiere, il vescovo in questione si rifiutò e venne quindi giustiziato.

Ma cosa c’entra quindi questo noto martire con gli innamorati? Questo rimane un grande mistero, ma pare che comunque la mitizzazione romantica di San Valentino sia partita ufficialmente nel medioevo, intorno al 1400, quando iniziarono a circolare sul suo conto racconti folcloristici che con la storia hanno poco o nulla a che fare. Tra questi c’era quello che asseriva che il vescovo si fosse innamorato della figlia del suo carceriere durante la sua prigionia, o anche che avesse celebrato in gran segreto il primo matrimonio tra un pagano e una cristiana. Insomma, a quanto pare, un errore storico, che ancora oggi ci portiamo dietro.