Sarebbe in arrivo una rivoluzione atta a risolvere la questione spinosa dei test di ingresso per l’accesso a numero programmato della Facoltà di Medicina. La proposta in esame alla VII Commissione contiene delle novità molto importanti: prima tra tutte l’abolizione dei test di ingresso per l’iscrizione a tale Facoltà ma non solo. Ecco allora le novità che potrebbero essere introdotte nel 2020.

Il numero chiuso

Il testo delle riforma in esame alla VII Commissione Cultura e Istruzione alla Camera mira a risolvere il problema dei test per l’accesso al numero programmato a Medicina.

Ogni anno provano ad entrare 70 mila studenti ma ci riescono solo circa 10 mila ai quali, però, si aggiungono quelli che vi entrano tramite ricorso. Questi ultimi non sono assolutamente pochi: negli ultimi 5 anni, infatti, sono stati circa 20 mila non previsti nei fondi di finanziamento degli atenei.

Tale problema, però, sta diventando sempre più spinoso in quanto il Consiglio di Stato quest’anno sta ammettendo ai corsi i ricorrenti del 2017 e del 2018. Le Università stanno quindi andando in tilt in quanto arrivano degli studenti a corsi già iniziati. La questione quindi è al vaglio della VII Commissione.

Le novità che potrebbero essere introdotte dal 2020

La prima novità che potrebbe essere introdotta riguarderà l’orientamento. Esso dovrà essere già potenziato dal terzo anno delle scuole superiori con corsi online e prove di autovalutazione per capire al meglio le proprie possibilità. Tali corsi dovranno essere pubblici e gratuiti spiega Manuel Tuzi (che è il relatore della riforma in Commissione nonché deputato del Movimento Cinque Stelle). In questo modo si cercherà di dare una mano alle famiglie che spendono fino a 5 mila euro tra libri e corsi privati per far preparare i loro figli al test di ingresso.

Lo studente, quindi, dopo un corso di 100 ore e l’ottenimento di un attestato di partecipazione mediante dei moduli di autovalutazione, potrà frequentare il primo anno dell’Università di Medicina dove sosterrà delle lezioni teoriche che termineranno con un test di accesso al secondo anno.

E proprio dal secondo anno arriverà la grande novità in quanto si dovrà sostenere una selezione per entrarci. Nel dettaglio il primo anno sarà comune per tutte le facoltà di Chimica, Odontoiatria, Medicina, Tecnologie Farmaceutiche, Biologia, Biotecnologia e Farmacia. Poi ci sarà la scrematura: lo studente dovrà infatti ottenere un numero minimo di crediti agli esami e poi fare un test a soglia. Questo significa che chi otterrà il voto minimo per entrare potrà accedere ad una delle Facoltà su indicate mentre il primo classificato accederà alla facoltà indicata come prima scelta. Si andrà poi a scalare.

Le specializzazioni: ecco i cambiamenti

Tuzi, il relatore della riforma in Commissione, spiega che saranno previsti 2 o 3 test di accesso all’anno rispetto alla data unica attuale. Inoltre, per quanto concerne gli ultimi due anni della specializzazione, essi diventeranno ibridi con contratti di formazione e di lavoro che saranno a carico delle Regione. Ci saranno inoltre maggiori tutele e diritti per il lavoro degli specializzandi mediante la super visione dei tutor. Infine, i fondi che il Ministero risparmierà serviranno per finanziare ulteriori e nuove borse di studio.

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