Grande confusione nel mondo della scuola, il rientro in classe a settembre è ancora avvolto dal mistero, nonostante il tempo stia trascorrendo e il 1° settembre si stia avvicinando.

Le tanto attese linee guida sono state ancora una volta rinviate e il problema concerne le cosiddette ‘classi pollaio’ che dovrebbero essere cancellate: il problema riguarda il modo di organizzare la didattica, le ipotesi sono tante, ma servono fondi e idee davvero innovative.

Per quanto riguarda il tema sicurezza in tempi di Covid, gli esperti hanno lanciato la loro proposta: un testi sierologico per tutte le componenti della comunità scolastica, dai docenti al personale ATA, coinvolgendo ovviamente anche gli studenti.

Test sierologico per tutti per il ritorno a scuola: a chiederlo è Vaia dello Spallanzani

In un post pubblicato su Facebook, il Direttore Sanitario dello Spallanzani, Francesco Vaia, lancia una sorta di proposta per il rientro in classe a settembre.

Innanzitutto, occorre mettere in campo un’attività di screening diagnostico, mediante test sierologici, a tutto il personale della scuola, in perfetta assonanza con una Risoluzione presentata in Commissione Cultura alla Camera il 19 giugno da parte di un gruppo di deputati della maggioranza. Deve strutturarsi una sorta di bolla intorno alle scuole per dare serenità a tutta la comunità.

In secondo luogo, occorre dare più spazi per l’insegnamento e gratificare maggiormente gli insegnanti dal punto di vista economico, dato il ruolo che svolgono nella formazione delle nuove generazioni.

Le classi pollaio per il rientro a settembre: le parole della Azzolina e il Recovery Fund

La Ministra Azzolina ha dichiarato, in un intervento a ‘RiparteItalia’, tour online del M5S, che “Per ridurre il numero di alunni nelle classi servono fondi e tempo: per farlo utilizzeremo il Recovery fund”.

L’ipotesi è quella di utilizzare una parte di quei fondi che arriveranno dall’Unione europea per dare finalmente seguito a un disegno di legge per la cancellazione della classi pollaio, riducendo il numero massimo di studenti per classe a 22-23 (oggi si arriva anche a 30-35).

Il problema però è la tempistica: difficile davvero che si faccia in tempo per settembre – i problemi sono anche strutturali e riguardano gli edifici scolastici, dove, soprattutto al Meridione, sembra davvero difficile poter far rispettare la distanza sociale.

Congedi parentali, 24 ore settimanali, plexiglas e tanto altro per il rientro a scuola a settembre

A discutere le modalità del ritorno in classe a settembre è stata anche la senatrice del M5S, Bianca Laura Granato, la quale ha indicato alcune ipotesi al momento in discussione:

  • 24 ore settimanali: qualora si dovesse optare per i doppi turni, occorrerebbe aumentare l’orario di lavoro dei docenti almeno a 24 ore settimanali (retribuite) oppure ridurre la durata dell’unità oraria da 60 minuti a 45 minuti (si arriverebbe così a 24 unità orarie settimanali rimanendo nelle 18 ore settimanali) – quest’ultima ipotesi, però, ridurrebbe il tempo di permanenza degli studenti a scuola, creando grande disagio per le famiglie che hanno figli piccoli
  • Organico aggiuntivo: si sta pensando ovviamente anche all’assunzione di personale aggiuntivo, sia per quanto concerne i docenti sia per gli ATA, in quanto l’uso di altri locali potrebbe portare alla dislocazione del personale
  • Visiere in plexiglas: si sta valutando l’utilizzazione di visiere in plexiglas piuttosto che delle mascherine, in quanto sarebbero meno fastidiose e favorirebbero una migliore respirazione
  • Congedi parentali: si starebbe lavorando anche a un accrescimento per i padri della possibilità di ottenere giorni di congedo parentale, in maniera tale che il peso non ricada soltanto sulle donne
  • Rientro a scuola: la data sembra essere quella del 14 settembre, anche se ci sono richieste da più parti per un inizio anticipato al 1° settembre per tutti.

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