Opzione donna cancellata? Lo scenario che va delineandosi per il prossimo anno è quello di una riforma delle pensioni che non dovrebbe tenere conto di opzione donna, la misura previdenziale che consente alle lavoratrici di uscire dal lavoro in anticipo rispetto alle altre forme di pensione anticipata. Ad alcuni non sarà sfuggito però il concetto di riforma delle pensioni. Sì, perché se per il 2023 ormai i giochi sono fatti, lo stesso non si può dire per il 2024. Nonostante nelle ultime settimane il fronte degli scettici si sia allargato oltremisura, a riportare un po’ di speranza intorno alla possibile riforma previdenziale ci ha pensato Claudio Durigon, senatore e sottosegretario al Lavoro.

Opzione donna cancellata? Le parole del sottosegretario Durigon

Il percorso di opzione donna si avvia alla conclusione. Dopo mesi trascorsi in bilico tra una nuova proroga della misura che fino a qualche tempo fa era riuscita a dare una risposta a migliaia di lavoratrici, l’intervista rilasciata dal sottosegretario a La Stampa sembra mettere la parola fine. Claudio Durigon non ha nascosto le proprie perplessità nei confronti di una misura che taglia in media il 30% del valore dell’assegno a chi va in pensione a 58 anni (o a 60 anni, dopo l’entrata in vigore dei nuovi requisiti).

L’idea è invece quella di pensare ad una nuova misura che permetta alle lavoratrici di anticipare l’uscita dal lavoro. Questo sia rispetto a quota 41 per tutti che la pensione anticipata ribattezzata quota 103. D’altronde non si potrebbe fare altrimenti, visto lo scarso appeal di Quota 103 per le lavoratrici e la quasi impossibilità di rientrare in quota 41. Ciò  prendendo in considerazione il numero degli anni di contributi che una lavoratrice dovrebbe sostenere per poter accedere alla nuova forma di pensionamento.

Riforma pensioni: nel 2024 ancora vive le speranze per quota 41

Se da una parte opzione donna va verso la cancellazione, lo stesso discorso non si può dire per quota 41.

In tal senso le dichiarazioni del sottosegretario al Lavoro fanno ben sperare chi il prossimo anno auspica di poter uscire dal lavoro dopo 41 anni di contributi. Durigon durante l’intervista ha sottolineato come il sistema di calcolo contributivo pieno vada incontro alle esigenze di quota 41. Ma anche di una sua approvazione fin da quest’anno. Una fiducia tale da far sbilanciare Durigon: “Più semplice l’adozione di una quota 41 per tutti“. Vedremo se la maggioranza di Centrodestra spingerà o meno sulla soluzione quota 41 per tutti a partire già dal 2024.