È stato un marzo da incubo per le famiglie italiane. Il rincaro dei prezzi nel 2023 ha raggiunto soglie davvero notevoli e il mese in questione ha registrato un’impennata dei costi relativi ai generi alimentari e dei beni di prima necessità che ha toccato addirittura il 40% in più rispetto allo scorso anno. Quali sono le cause di questo fenomeno e che tipo di conseguenze sta attuando su imprese e famiglie? Cerchiamo di scoprirlo insieme.
Rincaro prezzi 2023, aumentano i costi
Chi pensava che gli aumenti interessassero solo energia e gas, si sbagliava di grosso.
Le basi dell’economia si reggono su domanda e offerta, e quando la prima supera (di molto) la seconda, ecco che i prezzi si impennano. In questo caso, visto il numero nettamente inferiore di ovini e bovini, i prodotti derivanti da queste specie animali finiscono inesorabilmente per aumentare di prezzo. Parliamo di carne, latte, formaggi… alimenti che a marzo abbiamo trovato sugli scaffali dei nostri supermercati a prezzi davvero alti. Il rincaro dei prezzi per questo 2023 si è dimostrato essere, quindi, una piaga dolorosa, quasi quanto quella degli aumenti delle bollette.
Mancano gli animali, ma non solo
La materia prima scarseggia, ma che dire se mancano anche i mezzi per trasportare quella che ci rimane? E qui il discorso si riallaccia prepotentemente alla già accennata guerra in Ucraina.
Quali prospettive possiamo offrire ai consumatori? Il rincaro dei prezzi del 2023 è uno dei problemi più sentiti dagli italiani. Negli ultimi sondaggi politici, infatti, l’elettorato chiede al nuovo governo massicci interventi su agevolazioni e incentivi, al fine di affrontare le spese odierne. Il problema è ormai sentito al pari della questione sanitaria, da sempre punto debole del nostro paese. La speranza è che quindi lo stato riesca a intervenire sull’aumento dei prezzi dei generi alimentari con interventi mirati, sulla falsariga di quanto fatto per energia e gas. Una missione ardua, visti i tanti fattori in gioco, ma necessaria, se si vuole dare sostegno alle fasce più deboli della popolazione.