È stato un marzo da incubo per le famiglie italiane. Il rincaro dei prezzi nel 2023 ha raggiunto soglie davvero notevoli e il mese in questione ha registrato un’impennata dei costi relativi ai generi alimentari e dei beni di prima necessità che ha toccato addirittura il 40% in più rispetto allo scorso anno. Quali sono le cause di questo fenomeno e che tipo di conseguenze sta attuando su imprese e famiglie? Cerchiamo di scoprirlo insieme.

Rincaro prezzi 2023, aumentano i costi

Chi pensava che gli aumenti interessassero solo energia e gas, si sbagliava di grosso.

Le conseguenze dell’inflazione hanno radici più profonde della guerra in Ucraina e coinvolgono anche i beni di prima necessità, come i generi alimentari. È da circa un decennio che la popolazione di bestiame registra una massiccia diminuzione. Stando agli ultimi dati forniti da Eurostat, tale riduzione si è ulteriormente acuita nel 2022. In Unione Europea, infatti, la popolazione zootecnica è diminuita in tutte le specie. Cosa comporta tutto ciò? Fermiamoci un attimo a riflettere sul calo delle specie bovine e ovine: la conseguenza diretta di questo calo è una netta diminuzione dell’offerta, la quale porta a sua volta all’aumento dei prezzi.

Le basi dell’economia si reggono su domanda e offerta, e quando la prima supera (di molto) la seconda, ecco che i prezzi si impennano. In questo caso, visto il numero nettamente inferiore di ovini e bovini, i prodotti derivanti da queste specie animali finiscono inesorabilmente per aumentare di prezzo. Parliamo di carne, latte, formaggi… alimenti che a marzo abbiamo trovato sugli scaffali dei nostri supermercati a prezzi davvero alti. Il rincaro dei prezzi per questo 2023 si è dimostrato essere, quindi, una piaga dolorosa, quasi quanto quella degli aumenti delle bollette.

Mancano gli animali, ma non solo

La materia prima scarseggia, ma che dire se mancano anche i mezzi per trasportare quella che ci rimane? E qui il discorso si riallaccia prepotentemente alla già accennata guerra in Ucraina.

Gli effetti del conflitto bellico hanno provocato una crisi energetica, la quale a sua volta si ripercuote su tanti fattori. Non solo problematiche legate ai riscaldamenti delle nostre case, ma anche appunto al trasporto delle merci, soprattutto da parte di paesi come l’India. Come se non bastasse, a tutto questo si aggiunge anche la speculazione dei colossi alimentari. Queste multinazionali, infatti, annusato il grosso affare, hanno pensato a rincarare la dose approfittando proprio di quella dinamica economica sopraccitata, ossia il rapporto tra domanda e offerta, con l’aumento dei costi in base alla riduzione della proposta commerciale rispetto alla forte richiesta dell’utenza.

Quali prospettive possiamo offrire ai consumatori? Il rincaro dei prezzi del 2023 è uno dei problemi più sentiti dagli italiani. Negli ultimi sondaggi politici, infatti, l’elettorato chiede al nuovo governo massicci interventi su agevolazioni e incentivi, al fine di affrontare le spese odierne. Il problema è ormai sentito al pari della questione sanitaria, da sempre punto debole del nostro paese. La speranza è che quindi lo stato riesca a intervenire sull’aumento dei prezzi dei generi alimentari con interventi mirati, sulla falsariga di quanto fatto per energia e gas. Una missione ardua, visti i tanti fattori in gioco, ma necessaria, se si vuole dare sostegno alle fasce più deboli della popolazione.