Il 2023 si preannuncia come un anno difficile per le tasche degli italiani. Tra inflazione, aumento dei prezzi dell’energia, dei carburanti, dei pedaggi autostradali e delle assicurazioni, le famiglie dovranno fare i conti con una spesa media annua superiore di circa 2.400 euro rispetto al 2022. A pesare sul bilancio domestico ci saranno anche i canoni degli affitti, che subiranno un rincaro generalizzato in tutto il paese, soprattutto nelle grandi città.

Perché aumentano gli affitti nel 2023?

Il motivo principale dell’aumento degli affitti nel 2023 è legato all’indice Foi (Federazione degli inquilini), che misura l’andamento dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati.

Questo indice viene utilizzato per aggiornare i canoni di locazione dei contratti a canone concordato e a canone libero. Nel novembre 2022, l’indice Foi ha registrato una variazione annua dell’11,5%, la più alta dal 1996. Questo significa che i contratti di affitto che scadranno nel 2023 dovranno adeguarsi a questa percentuale, con un aumento medio di circa 100 euro al mese.

A questo si aggiunge il fatto che il mercato immobiliare ha subito una forte domanda di case in affitto negli ultimi anni. Ciò a causa della crisi economica, della precarietà lavorativa e della mobilità residenziale. Questo ha fatto salire i prezzi delle locazioni, soprattutto nelle zone centrali e di maggior pregio delle città, dove l’offerta è inferiore alla richiesta. Inoltre, la pandemia ha cambiato le esigenze abitative di molti italiani, che hanno cercato soluzioni più ampie, confortevoli e dotate di spazi esterni.

Quali sono le città più colpite dal rincaro degli affitti?

Le città che vedranno un rincaro maggiore dei canoni di affitto nel 2023 sono quelle del Nord Italia, come Milano, Torino, Bologna e Genova. Secondo un’analisi del sito Abitare Co., nelle zone centrali e semicentrali di queste metropoli l’aumento medio sarà del 28,3% e del 25,6%, rispettivamente.

Fa eccezione Roma, che rimarrà la città più cara d’Italia per gli affitti, con un incremento medio del 23%. Firenze si attesterà sulla media nazionale (+23%), mentre Napoli e Palermo avranno rincari più contenuti (+18% e +15%).

Quali sono le conseguenze sul mercato e per gli inquilini?

Il rincaro degli affitti avrà delle conseguenze negative sia sul mercato immobiliare che sulla comunità. Da un lato, infatti, molti inquilini potrebbero non essere in grado di sostenere i nuovi canoni e dover cercare soluzioni alternative, come il trasferimento in zone più periferiche o il ricorso a forme di coabitazione o sublocazione. Questo potrebbe determinare una riduzione dell’offerta di case in affitto nelle aree più richieste e un aumento della domanda in quelle meno appetibili.

Inoltre, il rincaro degli affitti potrebbe avere anche degli effetti sociali negativi. Come la diminuzione della qualità della vita, il peggioramento delle condizioni abitative, l’aumento delle disuguaglianze e dell’esclusione sociale. In particolare, le categorie più vulnerabili, come i giovani, gli anziani, i lavoratori precari e le famiglie a basso reddito, potrebbero essere costrette a rinunciare a una casa dignitosa o a indebitarsi per pagare l’affitto.

Questo potrebbe avere delle ripercussioni anche sul tessuto sociale e urbano delle città, favorendo fenomeni di segregazione, ghettizzazione e degrado. Inoltre, il rincaro degli affitti potrebbe scoraggiare la mobilità residenziale e lavorativa delle persone, limitando le opportunità di crescita personale e professionale.

Come affrontare il problema del rincaro degli affitti?

Per far fronte al problema del rincaro degli affitti, sarebbero necessari degli interventi sia da parte delle istituzioni che dei privati. Da un lato, infatti, lo Stato dovrebbe garantire una maggiore tutela e sostegno agli inquilini in difficoltà, attraverso misure ad hoc e la sospensione dei pagamenti in caso di emergenza. Inoltre, lo Stato dovrebbe incentivare la produzione e la riqualificazione di alloggi sociali e popolari, per aumentare l’offerta di case a prezzi accessibili.

In conclusione, il rincaro degli affitti nel 2023 è un fenomeno preoccupante che richiede una presa di coscienza collettiva e una collaborazione tra tutti gli attori coinvolti. Solo così si potrà garantire il diritto alla casa per tutti i cittadini e salvaguardare il benessere della comunità.