Ciao ciao settimana bianca. Con i rincari delle bollette della luce anche la vacanza sulla neve diventa un lusso. Roba da ricchi insomma. Lo scorso anno, la stagione invernale sulla neve ha subito un brusco stop a causa della pandemia. Quest’anno a gettare ombre sul turismo invernale è il caro energia. Non c’è pace per il settore ma neppure per i turisti. Molti sono desiderosi di prenotare qualche giorno di vacanza in montagna ma si trovano davanti prezzi decisamente proibitivi: “Ho provato a prenotare un albergo per andare in montagna a gennaio, prezzi mai visti e anche lo skipass è aumentato” dice qualcuno amareggiato dalla situazione.

Non bastavano, infatti, i rincari per le bollette, la benzina e la spesa. Ora ci mancava anche la stangata sulla settimana bianca a rendere le famiglie più povere e con meno disponibilità.

I rincari delle bollette frenano anche le vacanze in montagna, le località più care

A lanciare l’allarme è stato anche Furio Truzzi, presidente di Assoutenti, secondo cui il caro energia impedirà ad una larga fetta di italiani di godersi qualche giorno di vacanza sulla neve. Assoutenti ha calcolato che quest’anno per una settimana in montagna, considerando skipass, alloggio, ristoranti e servizi si spenderà da 1.400 a 1.600 euro. E senza includere i trasporti. Ben il 18% in più rispetto allo scorso anno. Il motivo è sempre lo stesso: alberghi, bar, ristoranti, impianti sciistici e rifugi per portare avanti l’attività devono sostenere costi molto alti e quindi sono obbligati ad alzare i prezzi scaricando tutto sul cliente.

Ecco quanto costerà una settimana bianca

Assoutenti ha calcolato che gli italiani che andranno in montagna scegliendo le Dolomiti e le località che fanno parte del comprensorio Dolomiti Superski in Trentino Alto Adige, dovranno contare almeno 74 euro al giorno per lo skipass in alta stagione (lo scorso anno erano 67 euro).

Per l’abbonamento il costo è diventato 890 euro fino al 24 dicembre e 950 euro dopo Natale. Lo scorso anno era 930 euro.

Tra le località più care figurano quelle lombarde; Bormio, dove il prezzo dello skipass è arrivato a 52 euro. Non va meglio in altri luoghi come Santa Caterina e Livigno, dove per l’abbonamento stagionale si spendono 825 euro. In Valle d’Aosta i costi maggiori si registrano a Courmayeur (61 euro per il giornaliero), La Thuile (51 euro) e Cervinia (57 euro). E arriva a 1.518 euro per lo stagionale nel comprensorio Valle d’Aosta + Zermatt.

Se lo skipass costa caro, di certo non va meglio per le camere di hotel. Ad esempio, per una settimana dal 30 dicembre al 6 gennaio nelle località sciistiche più note come Cortina d’Ampezzo la spesa minima è di 2.200 euro, ma si può arrivare anche a 14.170 euro. Costa un pò meno a Ortisei, dove la spesa media solo per l’hotel è di 1.600 euro.

A Livigno si spende tra 16.50 euro a 15.500 euro. Insomma, non sono mica briciole. Il settore turistico sta rischiando davvero grosso e se per le famiglie il costo per andare in vacanza sta davvero diventando insostenibile, anche le aziende soffrono e secondo Bernabò Bocca, presidente di Federalberghi, serve assolutamente un intervento. Il punto è che se le persone, già affossate dai rincari di bollette, carburante e spesa, per sostenere i costi basilari possono rinunciare allo svago, il settore del turismo ci rimetterebbe in maniera drammatica.