I rincari delle bollette ormai rappresentano il tarlo delle famiglie italiane. E non solo di quelle con redditi medi o bassi. Aumentano di giorno in giorno le persone stanche dell’aumento dei prezzi, che si lamentano dell’ultima bolletta arrivata davvero troppo cara. Capita di prendere la fattura della luce dello scorso anno e poi confrontarla con quella di luglio 2021 e accorgersi di quanto il rincaro sia consistente. E i prossimi mesi andrà ancora peggio. Gli aumenti folli, però, non rischiano di mandare sul lastrico solo le famiglie ma anche le attività commerciali.

Anche per i negozi, le bollette hanno subito rincari da incubo, anche del 121%. La conseguenza è che le attività commerciali sono costrette a cambiare abitudini per sopravvivere o ricorrere ad alcune strategie per evitare la chiusura. Si vedono sempre più cittadini sconfortati dall’inflazione, convinti che di questo passo il potere di acquisto calerà e quindi anche la possibilità di acquistare prodotti o servizi.

Rincari bollette, odissea per i negozi che rischiano di chiudere

Secondo un’indagine svolta da Confcommercio Milano, Lodi, Monza e Brianza, molti gestori sono dovuti ricorrere a un piano straordinario per evitare il baratro. I rincari delle bollette sono aumentati fino a tre volte nell’ultimo anno. Complessivamente l’aumento si aggira intorno a 33 miliardi di euro, il triplo rispetto al 2021. Purtroppo, l’Autorità per l’Energia ha già comunicato che i prezzi in autunno sono destinati ad aumentare. Tra i settori maggiormente colpiti, troviamo il commercio al dettaglio ma anche i forni e le attività di panificazione. Ecco perché per non chiudere molte attività sono obbligate a cambiare abitudini. Alcuni aprono più tardi la mattina o chiudono prima la sera o magari la domenica lavorano solo mezza giornata. Bar, hotel e ristoranti, tra i più colpiti dalla crisi, in alcuni casi scelgono di chiudere dopo pranzo e riaprire in orario aperitivo per tagliare i consumi e, nello stesso tempo, attrarre più clienti.

Altri negozi hanno deciso di investire sull’illuminazione e basso consumo, o tagliando direttamente i consumi. Nonostante tutto, i numeri parlano chiaro. Almeno un 10% delle attività rischia la chiusura temporanea, un altro 15% la chiusura definitiva. Per questo motivo le associazioni come Confcommercio, ANCC-Coop, ANCD-Conad e Federdistribuzione chiedono degli interventi mirati tra cui l’incremento del credito d’imposta per il caro energia.

Circolo vizioso che danneggia tutti

Per il prossimo inverno, insomma, i negozi e in genere le attività commerciali, sono destinate a vivere un periodo difficile a causa dei rincari delle bollette. La ciliegina sulla torta è rappresentata dal nuovo piano di contenimento del gas, che per i locali commerciali prevede ugualmente l’abbassamento della temperatura e l’accensione un’ora in meno dei riscaldamenti. In caso di emergenza, però, potrebbe scattare il piano più duro. Quello che prevede la chiusura entro le 19 per i negozi. Facendo due conti, ci si rende conto che da un lato i negozi soffrono l’aumento delle bollette e l’inflazione, così come il singolo cittadino affossato da prezzi alti e gli stipendi sempre uguali. La conseguenza è un circolo vizioso che danneggia tutti e da cui si spera di uscire al più presto.