Negli ultimi mesi le famiglie italiane sono vittime di numerosi rincari. I primi causati dall’aumento delle materie prime dopo la fine del lockdown e poi la guerra che ha fatto aumentare i prezzi dell’energia, causando il rialzo dell’inflazione e la caduta del Pil in Europa.

Rincari benzina e diesel, prezzi supermercato: quanto hanno speso di più le famiglie italiane

Le conseguenze sono ormai note a tutti: si va dai rincari per le bollette di luce e gas, gli aumenti dei prezzi dei carburanti ma anche dei generi alimentari, con la spesa che sta diventando un salasso per moltissime famiglie.


Secondo i calcoli di Alma Laboris, i prezzi per la benzina e il diesel sono aumentati molto, anche se lo sconto del governo grazie al decreto taglia accise ha sicuramente dato una mano.

Nonostante tutto, da ottobre a marzo, le famiglie hanno speso 347 euro in più per fare due pieni e mezzo al mese. Anche per le bollette di luce e gas non va meglio. Grazie all’ultimo intervento dell’Arera, che ha tagliato i prezzi del 10%, alla fine di giugno per le famiglie resterà ugualmente un rincaro sui 12 mesi pari all’83% per l’elettricità e del 71% per il gas.

Anche per la spesa non si notano segnali incoraggianti. Secondo gli ultimi dati Istat di marzo, l’indice dei prezzi al consumo è salito del 6,7% annuo. A preoccupare sono anche i prezzi degli alimentari spinti dalle tensioni internazionali e dalla guerra in Ucraina.

A conti fatti, il carrello della spesa ha avuto un balzo del 5%, 13% per la pasta, 8,1% per la frutta e fino al +17,8% delle verdure. Secondo Unc una famiglia spende mediamente in più 323 euro per cibo e bevande, 990 euro per casa ed elettricità, 418 euro per i trasporti. Un rincaro annuo pari a 1894 euro.

Il ruolo dei salari

In tutto ciò, i salari non tengono il passo e gli italiani vedono il potere d’acquisto sempre più lontano.

Le famiglie sono obbligate a tagliare le spese per far fronte a quelle obbligatorie come bollette e trasporti e mentre lo scorso anno la stima di crescita dei consumi si attestava su 5,1%, per il 2022 sarà solo dell’1,7%.

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