Con il nuovo governo Meloni, le pensioni sono tornate al centro del dibattito politico. Non poteva essere altrimenti, visti i precedenti della Lega: ricordate l’esultanza per quota 100, oggi finita nel dimenticatoio? E ricordate tutte le volte che l’attuale vicepremier Matteo Salvini ha promesso di cancellare la legge Fornero? Ecco, ora è il momento della prova del nove. Col rischio, però, di rottamare la Fornero per poi dover varare una nuova riforma delle pensioni che ricalchi la legge in vigore prima.

E non lo diciamo noi, ma il presidente dell’Inps Pasquale Tridico.

Riforma Pensioni, l’allarme di Pasquale Tridico

C’era anche il numero uno dell’Inps al primo tavolo di confronto tra governo e sindacati. C’era per dare il suo contributo alla discussione, ma anche per chiedere prudenza a entrambe le parti. Secondo Tridico, favorire oggi l’approvazione di una misura dispendiosa come quota 41 potrebbe portare il sistema pensionistico al collasso tra non molti anni. Futuro che tra l’altro non è già roseo di suo per l’Inps, se la curva lavoratori-pensionati dovesse – come sembra – continuare ad appiattirsi anno dopo anno. In poche parole, il rischio è di ritrovarci a cambiare la legge Fornero introducendo tra non molto una nuova riforma all’insegna del motto “lacrime e sangue”.

Entro il 2050 ci sarà un lavoratore per ogni pensionato

Il sistema previdenziale italiano si basa sui contributi versati dai lavoratori, contributi che servono all’Inps per pagare ogni mese le pensioni. Fino a quando il numero di lavoratori supera di gran lunga quello dei pensionati nessun problema, chiaro. Ma se si dovesse arrivare a una situazione in cui il rapporto tra lavoratori e pensionati crollasse a 1:1, i problemi inizierebbero a essere tanti. Ed è proprio questo che vuole cercare di far capire il numero uno dell’Inps: entro il 2050, quando in Italia ci sarà un lavoratore per ogni pensionato, il sistema pensionistico rischia di saltare.

Servono soluzioni a medio-lungo termine

Anziché aumentare ancora la spesa pensionistica (e quota 41 porta in quella direzione), servono soluzioni a medio-lungo termine che vadano ad alleggerire la pressione sull’Inps. Il presidente dell’Inps Tridico suggerisce ad esempio di introdurre un fondo complementare sotto la gestione dell’Inps al fine di consentire ai lavoratori più giovani di assicurarsi una pensione. Banca d’Italia, invece, consiglia al governo Meloni di promuovere politiche che favoriscano la crescita demografica. A questo proposito, va ricordato che maggiore è l’invecchiamento della popolazione e più alta sarà la spesa previdenziale. Infine, un altro suggerimento all’esecutivo è di ritardare il pensionamento di quei lavoratori che non svolgono attività usuranti, tra cui impiegati e le persone che svolgono attività intellettuali.