Molto presto cambierà tutto per le ricette elettroniche e le tessere di vaccinazione Ue, che potrebbero usare la stessa tecnologia del Green Pass ossia il codice Qr code. Si tratta di un progetto pilota già nell’agenda di lavoro della Commissione europea, come ha chiarito il portavoce per la salute, Stefan De Keersmaecker a Eunews. E a proposito del Green pass, il portavoce ha anche chiarito che la Ue non rinnoverà dopo giugno il regolamento dell’ormai storica Certificazione Verde, che ci ha accompagnati per più di due anni durante la pandemia.

Ricette elettroniche e tessera di vaccinazione con Qr Code

La Ue, insomma, sta pensando ad una tecnologia come quella usata per il green pass ma da usare per tessere vaccinali e prescrizioni elettroniche. Il progetto dovrebbe essere anche imminente e ciò fa capire che la Commissione è intenzionata a portarlo avanti. Stefan De Keersmaecker ha sottolineato che il certificato digitale Covid dell’Ue è stato un successo. Ha facilitato gli spostamenti e i viaggi durante il periodo della pandemia e oggi conta 78 paesi e territori con cinque continenti. Gli Stati membri hanno emesso più di 2 miliardi di certificazione ma l’attuale scenario permette di non prorogare il green pass oltre il 30 giugno.
Quello che però vuole fare la Commissione Ue, è esaminare la stessa tecnologia e riutilizzarla:

“La tecnologia del certificato COVID digitale è abbastanza flessibile da poter essere riutilizzata anche come parte dello spazio europeo dei dati sanitari”

In pratica, stanno arrivando dei progetti pilota legati a tessere vaccinali e prescrizioni elettroniche europee e non solo.

In arrivo una proposta per la revisione della legislazione farmaceutica

Entro la fine di aprile la Commissione europea dovrebbe presentare anche una proposta per la revisione della legislazione farmaceutica. Si tratta di una grande revisione delle norme legate ai farmaci in 20 anni. Lo scopo sarà quello di garantire un accesso più equo ai farmaci a prezzi accessibili e mantenere il settore farmaceutico a livelli alti.

Tra gli obiettivi, c’è anche quello di ridurre la burocrazia, combattere la resistenza antimicrobica e affrontare i fallimenti del mercato.

Tornando al progetto pilota, invece, secondo De Keersmaecker, quella del “certificato verde” è stata una «storia di successo» che si può riproporre anche per implementare la trasformazione digitale dei dati sanitari. Un dato non di poco conto se si considera che la commissione sta anche facendo pressione per far decollare il progetto dell’identità digitale europea. Dunque, si parla di una sperimentazione in vista di un metodo di organizzazione e controllo dei dati sanitari. La rivoluzione, l’ennesima, sta arrivando.