Per l’Italia, anzi sarebbe meglio dire per alcune regioni, questi potrebbero essere gli ultimi giorni in zona bianca. Dal 23 agosto, infatti, almeno due Regioni rischiano di passare nuovamente in zona gialla. Era dai primi di giugno che nessuna regione italiana si trovava più nella fascia a rischio moderato.

Le Regioni che rischiano di passare in zona gialla dalla prossima settimana

A metà luglio, con il nuovo decreto, il Governo aveva infatti anticipato che con i nuovi parametri per il cambio colore delle Regioni, almeno fino a Ferragosto, lo scopo era proprio quello di evitare un passaggio che avrebbe anche significato alcuni limitazioni, come il ritorno delle mascherine all’aperto.

Dalla prossima settimana, quindi, a rischiare seriamente il ritorno in zona gialla sono Sardegna e Sicilia. Secondo i dati forniti da Agenas la percentuale di posti letto occupati nelle terapie intensive è del 5% mentre nei reparti ordinari del 6%.

La Sardegna è la Regione con più posti letto occupati in terapia intensiva: l’11% del totale mentre nei reparti ordinari è al 9%. In Sicilia, le percentuali arrivano al 9% e 16% mentre in merito al tasso settimanale di nuovi casi, questi sono di 147,93 per la Sardegna e 140,16 per la Sicilia. Per questo motivo entrambe rischiamo molto il passaggio verso la zona gialla.

Altre Regioni a rischio entro settembre

Altre regioni a rischio, che si avvicinano alla soglia critica ma non dovrebbero tornare in zona gialla il 23 agosto, sono la Calabria e la Basilicata, rispettivamente al 15% e 14%. Più basse le percentuali per altre regioni come Lazio e Campania, all’8%, Abruzzo, Emilia-Romagna, Puglia e Valle d’Aosta, tutte al 5%, Liguria, Marche, le province autonome di Bolzano e Trento al 4%, Molise e Veneto al 3%, e Friuli-Venezia Giulia e Piemonte al 2%.
Al momento, anche se bisognerà attendere i dati del 20 agosto, Abruzzo, Basilicata, Calabria, Friuli-Venezia Giulia, Lazio e Veneto hanno visto aumentare di un punto percentuale il tasso di occupazione dei reparti ordinari mentre Sardegna, Sicilia, Lazio e Toscana quelle che hanno visto aumentare le terapie intensive.

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