Quando si tratta di parlare di reddito di cittadinanza non di rado si finisce per puntare il dito contro i giovani – a volte additati anche come fannulloni – coloro che non vogliono lavorare o, meglio, non si piegano a fare certi lavori. Con la riforma del sostegno, che presto diventerà Mia, Misura di inclusione attiva, molte famiglie perderanno il reddito di cittadinanza e soprattutto si cercherà di spingere gli occupabili a trovare un impiego. E’ quello che ha detto senza mezzi termini il ministro dell’Agricoltura e della Sovranità Alimentare, Francesco Lollobrigida, durante il Vinitaly:

«I giovani italiani devono sapere che non è svilente andare a lavorare in agricoltura.

Anzi, quello che non è un modello di civiltà è non andare a lavorare, stare sul divano e gravare sulle spalle altrui col reddito di cittadinanza».

Il riferimento è a quei giovani che nonostante stiano a casa senza fare nulla preferiscono vivere con il sussidio piuttosto che dare una mano alle associazioni di categoria, che più volte hanno lamentato la carenza di manodopera.

Il Governo contro i fannulloni: “Andate a lavorare nei campi invece di stare sul divano”

Di recente, Coldiretti aveva riferito che nei campi e nei vigneti italiani mancano 1,5 milioni di operai. Il numero considera non solo le persone impegnate nei campi ma anche nelle cantine, nella distribuzione commerciale e le attività collegate. Insomma, le parole di Lollobrigida sembrano risuonare come qualcosa di già sentito. Oltretutto, il presidente della Coldiretti, Ettore Prandini, ha sottolineato che nell’ambito dell’agricoltura il lavoro c’è, anche per chi sogna un’occupazione lontano dalle città. Era il 2020 quando Stefano Bonaccini ha detto che i percettori di reddito di cittadinanza potevano andare a lavorare nei campi. Quindi non sarebbe neppure la prima volta.
Un tema tornato in auge proprio adesso che il reddito di cittadinanza come lo conosciamo oggi è agli sgoccioli.

E molto presto sarà sostituito dalla Mia, una misura che penalizza alcuni dei percettori odierni. Insomma, non si può stare sul divano a non fare nulla, meglio lavorare nei campi.

Reddito di cittadinanza: “Chi non vuole lavorare non può gravare sulle spalle degli altri”

Lollobrigida ha parlato anche del decreto flussi. E ha rilanciato anche l’idea di trovare personale straniero formato, sottolineando l’importanza di dare spazio all’immigrazione legale per supportare alcuni settori. Gli imprenditori agricoli hanno bisogno di manodopera esterna. Se manca quella interna bisogna far capire ai giovani che non è svilente lavorare nell’agricoltura o nell’allevamento. Insomma, lavorare nei campi non è un lavoro indegno e chi non vuole lavorare non può gravare sulle spalle degli altri.
Le parole del ministro Lollobrigida sono state riprese dal co-portavoce di Europa Verde Angelo Bonelli. Che le ha definite offensive contro i giovani disoccupati e anche fuorvianti: “Il Ministro perché non si occupa dei 230mila lavoratori agricoli irregolari, per buona parte controllati dalla mafia del caporalato?” ha detto- sottolineando che la politica dovrebbe occuparsi di tutelare anche questi lavoratori.

Ancora una volta, quindi, il reddito di cittadinanza è stato in grado di scatenare nuove fazioni. Come andrà a finire questa volta?