Tra gennaio e aprile di quest’anno, in Valle d’Aosta le domande inoltrate per il reddito di cittadinanza sono state 3. Nello stesso periodo dell’anno precedente, il numero era di poco inferiore alle 100 unità. Percentuali in netta diminuzione rispetto agli anni precedenti. Nel 2021, ad esempio, i percettori del reddito erano quantificati in 1.340 persone. Nei primi mesi del 2023, invece, il numero è di fatto dimezzato (692, ndr). Corrisponde invece al 50% circa il rapporto tra beneficiari e persone che hanno ottenuto un contratto di lavoro: su 2.153 percettori, 1.212 hanno trovato lavoro.

Reddito di cittadinanza in Valle d’Aosta: il caso dei navigator

Anche la Valle d’Aosta non è esente dalle criticità emerse con il reddito di cittadinanza. La più palese ha per oggetto i navigator. Coloro cioè che sono stati assunti in passato per aiutare i percettori del reddito di cittadinanza a trovare un nuovo posto di lavoro. Inizialmente furono assegnati sei navigator alla regione valdostana, mentre oggi non ve n’è manco uno. La domanda che sorge spontanea è la seguente? Chi al loro posto dovrebbe cercare lavoro ai percettori del reddito? Un quesito che riassume alla perfezione la confusione emersa durante la fase storica del reddito di cittadinanza.

La rivoluzione del prossimo anno

Domanda a cui non servirà più rispondere a partire dal 1° gennaio del prossimo anno, quando la pensione di cittadinanza e il reddito verranno sostituiti dall’assegno di inclusione e dal Supporto per la formazione e  il lavoro. Rispetto allo standard attuale, il nuovo sussidio peserà di meno nelle tasche degli ultra 67enni che percepiscono la pensione di cittadinanza e delle famiglie che già beneficiano del diritto all’assegno unico.

Chi potrà avere il nuovo assegno di inclusione, otterrà un assegno non inferiore a 480 euro mensili per i nuclei familiari con all’interno un minore, disabili o over 60. Si tratterà, quindi, di un’integrazione al reddito fino a 6mila euro l’anno moltiplicato per la scala di equivalenza sulla base dei componenti, con importo minimo pari a 480 euro.

L’assegno di inclusione durerà fino a 18 mesi con uno stop di 1 mese e la possibilità di rinnovo per altri 12 mesi.

Per poterlo avere, la famiglia dovrà avere un Isee non superiore a 9.360 euro moltiplicati per il coefficiente della scala di equivalenza, ma anche un reddito familiare inferiore a 6mila euro annui.

Dal prossimo anno, quindi, arriverà una vera e propria rivoluzione per il reddito di cittadinanza. Questo ambierà volto e punterà sempre di più a dare una mano a chi ha davvero bisogno. Mentre chi può lavorare sarà aiutato a trovare un impiego tramite dei percorsi formativi. 

Di recente, inoltre, avevamo visto che da luglio in poi, molte famiglie perderanno il reddito di cittadinanza. In quanto da quest’anno il governo ha deciso di non farlo durare per più di 7 mensilità. Ovviamente, continueranno a percepirlo fino alla fine dell’anno quelle famiglie che hanno all’interno del nucleo anche un minore, un disabile o un anziano e chi ha è seguito dai servizi sociali.

Reddito di cittadinanza: cosa succede dopo 4 anni

A distanza di anni, quindi, considerando che tra qualche mese non ci sarà più il reddito di cittadinanza, le Regioni iniziano a tirare le somme. Il caso della Valle d’Aosta sembra emblematico. Ora bisognerà vedere dal nuovo anno che cosa cambierà effettivamente per chi percepirà il nuovo assegno di inclusione o sarà interessato dal Supporto per la formazione e  il lavoro.