Il reddito di cittadinanza potrebbe trasformarsi in un incubo per tutti quelli che fino ad oggi lo hanno visto come un porto sicuro. Il nuovo Governo Meloni, infatti, ha deciso di rivedere in maniera drastica la misura voluta con ardore dal M5S. Già nelle scorse settimane si parlava di una revisione che aveva di fatto scontentato i percettori. Si parlava di ridurlo a 8 mesi. Ora, è in arrivo un’altra stretta annunciata proprio dal ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, che ha ridotto da 8 a 7 mesi le mensilità che nel 2023 spetteranno ai lavoratori “occupabili”.

In questo modo, il governo può liberare 200 milioni di risorse che potrà poi destinare ad altri capitoli di spesa.

Reddito di cittadinanza per 7 mesi: come cambia

Le ultime novità sul reddito di cittadinanza hanno messo in confusione tutti i percettori dell’aiuto. Che cosa succederà, quindi, dal 1 gennaio? Dall’anno nuovo, il reddito di cittadinanza sarà riconosciuto per 7 mensilità invece che 8 a tutte le persone tra 18 e 59 anni e che possono lavorare ma che non abbiano nel nucleo familiare disabili, minori o persone a carico di almeno 60 anni di età. In più sempre a partire da gennaio, chi rifiuterà anche solo un’offerta di lavoro perderà il beneficio.  Quindi dovrà obbligatoriamente frequentare un coro di formazione o riqualificazione.

In sostanza, oltre che essere accorciato a 7 mesi, il reddito sarà tolto a coloro che risultano obbligati a sottoscrivere il patto per il lavoro, che hanno meno di 60 anni e che vivono in un nucleo dove non ci sono minori, disabili o persone che hanno più di 60 anni. Nel 2024, inoltre, è prevista una nuova revisione. In ogni caso, chi è inabile al lavoro potrà continuare a riceverlo.

La nuova misura rischia di scontentare 400mila famiglie

Per chi invece è occupabile, il vero cambiamento arriverà da agosto 2023. Infatti quei percettori che avranno già ricevuto le mensilità nei sette mesi precedenti si vedranno togliere il sussidio.

I primi dati parlano chiaro e segnalano almeno il 38.5% dei nuclei familiari che perderanno il reddito di cittadinanza, pari a 400mila famiglie. A rischiare sono soprattutto i membri di nuclei composti da una persona sola: almeno tre quarti di chi fa parte di questa categoria rischia di perderlo. In pratica più ci sono componenti in una famiglia, più sarà possibile riuscire a tenerlo, soprattutto se nel nucleo risultano minori.

Attualmente il reddito di cittadinanza riguarda molti più abitanti del Sud ed è proprio dal Meridione, per forza di cose, che si registrano più perdite. Sempre dal 2023, i datori di lavoro che decidono di assumere le persone che percepiscono il reddito cittadinanza, otterranno uno sgravio. Infatti, nella legge di bilancio si prevede che le aziende che assumono a tempo indeterminato un percettore di reddito abbiano diritto a 12 mesi di sgravi dei complessivi contributi previdenziali.