Dal 2024, il reddito di cittadinanza scomparirà per lasciare il posto al nuovo assegno di inclusione. Cambierà molto per chi attualmente è beneficiario del reddito, infatti saranno tante le famiglie che perderanno il sussidio perché non rientrano più nei requisiti. Già da quest’estate, inoltre, dopo che il governo ha modificato il reddito di cittadinanza e accorciato a sette le mensilità per gli occupabili, saranno moltissime le famiglie che lo perderanno. Di recente, alcune Regioni come Campania, Puglia e Toscana avevano fatto sentire la loro voce e avevano detto no all’abolizione del reddito di cittadinanza.

Ora si sono aggiunte anche la regione Emilia Romagna e il comune di Roma.

Cosa vogliono fare le regioni

Sono diventate cinque, quindi, le regioni che dicono no all’abolizione del Rdc, una misura considerata indispensabile per combattere la povertà.
Va detto, che la riforma del Rdc, consente al sussidio di rimanere attivo fino al 31 dicembre ma l’Assegno di inclusione entrerà in vigore dal 1 gennaio 2024 e l’importo sarà diverso. L’assegno di inclusione sarà riservato ai nuclei familiari non occupabili in cui ci sono minori, disabili o anziani. L’importo del sostegno sarà di 500 euro a cui aggiungere altri 280 euro come bonus aggiuntivo qualora ci fosse un contratto di locazione ad uso abitativo. La prima quota, quindi, è l’integrazione al reddito vera e propria, fino a un massimo di 6mila euro, mentre la seconda un’integrazione legata alla locazione con contratto registrato. L’assegno sarà erogato per 18 mesi, con la possibilità di rinnovo per altri 12 mesi.
Alcune regioni italiane, però, come anticipato, sono contro l’abolizione del Rdc.

Queste sono la Regione Toscana, la Regione Campania, la Regione Puglia, la Regione Emilia Romagna e il Comune di Roma. La Toscana, ad esempio, ha pensato ad un piano regionale attivo da luglio, per 3,800 persone che diventeranno circa 26mila dal 2024.

Cioè da quando prenderà il via l’assegno di inclusione che lascerà fuori molti attuali percettori del Rdc. La misura voluta dalla Toscana ha lo scopo di aiutare le famiglie povere.

Puglia, Campania ed Emilia Romagna hanno pensato a delle misure alternative

Puglia, Campania ed Emilia Romagna, invece, hanno pensato a delle misure alternative per sostenere tutte quelle persone che non potranno più percepire il Rdc dal prossimo anno. Il Comune di Roma, invece, ha stanziato tre bandi mettendo a disposizione una cifra fino a 240mila euro. Lo scopo è sempre lo stesso. Sostenere le famiglie che hanno perso o perderanno i prossimi mesi il sussidio. I bandi messi a punto dal Comune di Roma, si chiamano “OrientaMente”, “Ti aiuto io” e “Costruire percorsi”.

Reddito di Cittadinanza, 5 regioni contro la cancellazione

In Campania, invece, si è pensata ad una misura urgente, una nuova Misura Integrativa Regionale (MIR) in sostituzione del Reddito di cittadinanza. E che ha lo scopo di sostenere le persone e famiglie in stato di bisogno e fragilità sociale. La petizione popolare chiede l’avvio della misura dal dal 1° ottobre 2023, al fine di garantire un sostegno economico alle persone escluse dalle nuove misure del governo. Entro il 15 settembre , infine, si richiede la presentazione di un elenco dei beneficiari del sussidio da includere nella MIR.
Alcune regioni, quindi, sono pronte a portare avanti delle misure locali per combattere la povertà e aiutare i bisognosi esclusi dal nuovo sostegno.

Riassumendo

  • Alcune regioni italiane hanno detto no all’abolizione del Rdc
  • Il Comune di Roma ha presentato tre bandi “OrientaMente”, “Ti aiuto io” e “Costruire percorsi”
  • La Regione Campania pensa una nuova Misura Integrativa Regionale (MIR)
  • La Regione Toscana ha pensato ad un piano regionale attivo da luglio, per 3,800 persone
  • Anche Puglia ed Emilia Romagna, hanno pensato a delle misure alternative.