C’è chi ha costruito un’intera campagna elettorale, o quasi, sul reddito di cittadinanza. E chi invece ha ripetuto ogni due per tre di voler dimezzare, se non cancellare la misura simbolo del Movimento 5 Stelle. Da una parte c’è Giuseppe Conte, numero uno dei pentastellati, dall’altra Giorgia Meloni, presidente di Fratelli d’Italia. Entrambi, in un modo o nell’altro, sono andati al di là di ogni più rosea aspettativa alle ultime elezioni.

E questo è un dato che, se vogliamo, complica ancora di più le cose.

Perché se è vero che l’ex premier si è prodigato in una rimonta super, è altrettanto vero che FdI ha stravinto le elezioni. Senza contare che di mezzo ci sono anche gli altri partiti, chi in maggioranza e chi all’opposizione. Il reddito di cittadinanza continua ad essere al centro dei dibattiti e sembra rappresentare davvero un punto di svolta nel post elezioni.

Il reddito di cittadinanza può stravolgere il governo Meloni

In un approfondimento di questa mattina, Fanpage.it ha scritto che “la battaglia sul reddito di cittadinanza rischia di far saltare governo e opposizione”. Il suo ragionamento parte da un punto preciso, cioè le dichiarazioni attribuite alla madre di Giorgia Meloni subito dopo la vittoria della figlia alle ultime elezioni: “Adesso mi aspetto per prima cosa che mia figlia tolga il reddito di cittadinanza”. Sulla stessa lunghezza d’onda anche Francesco Lollobrigida, capogruppo alla camera di Fratelli d’Italia. Da parte sua, invece, la premier in pectore del nuovo esecutivo ha ribadito in più di un’occasione di volerlo dimezzare.

C’è però un problema: non è così automatico cancellare o riformare profondamente il reddito di cittadinanza. Da un lato perché gli stessi alleati di governo la pensano in maniera diversa. Per esempio Salvini ha già detto di essere contrario a un’abolizione del reddito, misura approvata quando era al governo con il Movimento 5 Stelle.

Silvio Berlusconi ha perfino detto di voler aumentarne l’importo attuale, cioè l’opposto di ciò che vorrebbe fare FdI.

Quali possano essere gli scenari futuri per l’opposizione

E se già all’interno dell’esecutivo la situazione è esplosiva, è interessante anche capire quali possano essere gli scenari futuri per l’opposizione. Prendiamo il M5S: Giuseppe Conte può ulteriormente approfittare dell’inevitabile discussione parlamentare per accrescere il consenso dei 5 Stelle. Allo stesso modo Calenda, leader del Terzo Polo, che potrebbe aggregare i tanti onorevoli del Partito democratico che non vogliono avere più niente a che fare con il Movimento 5 Stelle. A maggior ragione sapendo che in occasione del governo Conte I i dem votarono contro il reddito.

Il Pd è forse il partito che rischia più di tutti di avere pesanti ripercussioni al suo interno, proprio per la profonda spaccatura al suo interno su un tema tanto importante quanto il reddito di cittadinanza. Insomma, la misura tanto cara agli italiani rischia davvero di provocare uno tsunami nell’opposizione.