Il rabarbaro è una pianta erbacea perenne che cresce in modo spontaneo in Asia ed in Europa. Esso può essere anche coltivata nell’orto e comprende sessanta specie. Detto ciò ecco le sue tante proprietà benefiche nonché gli usi di tale pianta.

Il rabarbaro nell’antichità e gli usi

Il rabarbaro veniva usato nei tempi antichi sia a scopo medicinale che alimentare. I primi ad usarlo furono infatti le popolazioni asiatiche. Pare che i cinesi lo usassero già dal 2.700 avanti Cristo come alimento mentre tra le popolazioni occidentali, invece, si è iniziato ad usare soltanto di recente.

Per quanto concerne l’uso alimentare, esso si limita ai piccioli che vengono usati per preparare vari piatti ma sopratutto confetture o torte. Le  foglie, invece, sono anche usate al posto degli spinaci ma tale utilizzo è sconsigliato perché hanno un elevato tenore in acido ossalico.

Per quanto concerne l’uso medicinale, invece, esso  riguarda il rizoma ovvero il fusto. Quello utilizzato per eccellenza nella medicina è la specie “rheum palmatum” nota anche come rabarbaro cinese. Tornando al rizoma, esso si raccoglie da piante che hanno più di 1 anno di vita, viene poi decorticato, diviso in più frammenti e messo a seccare. La raccolta di tale pianta avviene infine tra maggio e giugno.

Il rabarbaro in erboristeria e in fitoterapia

Il rabarbaro è utilizzato molto sia in erboristeria che in fitoterapia ma non tutta la pianta bensì il rizoma. Quest’ultimo è il fusto perenne della pianta che si trova sopratutto sotto la terra in quanto ha la funzione di riserva ed è molto simile ad una radice. Esso viene considerato per la medicina naturale molto utile per regolare le funzioni digestive nonché quelle intestinali ma la sua assunzione deve però essere dosata bene. Il rizoma del rabarbaro viene anche usato per le sue proprietà lassative ma ovviamente non si dovrà mai eccedere con le dosi in quanto potrebbe rivelarsi una purga molto potente.

Per quanto concerne l’erboristeria, invece, esso si usa (in particolar modo il rizoma) per preparare delle tinture nonché degli infusi. In erboristeria, poi, alcuni prodotti a base di rabarbaro vengono anche impiegati per regolarizzare la fame, in caso di stipsi (stitichezza), di dismenorrea (dolori ciclo mestruale) e di amenorrea (assenza ciclo mestruale).

Come detto il rabarbaro è lassativo per cui è sconsigliatissimo durante l’allattamento o la gravidanza. È controindicato anche per i bimbi che hanno un’età inferiore ai due anni e per coloro che hanno problemi gastro-intestinali. Chiudiamo con l’uso del rabarbaro in cucina dove viene impiegato sopratutto nella preparazione di digestivi e di liquori. A livello di produzione industriale, invece, esso è presente come ingrediente per aromatizzare le caramelle balsamiche o quelle alle erbe.

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