Fino ad oggi, siamo abituati in caso di contagio da covid-19 a rimanere a casa anche senza sintomi fino al tampone negativo. Invece adesso sta per cambiare la quarantena covid-19. Se tutto andrà come prevede il nuovo Governo, molto presto sarà presentato un disegno di legge che porterà a 5 giorni l’isolamento per chi è asintomatico con la possibilità di tornare al lavoro senza fare il tampone. Il ministero della Salute, Orazio Schillaci, ha spiegato che il Governo sta lavorando per modificare le regole.

Durante l’inaugurazione dell’Anno accademico dell’Università del Molise, ha annunciato che molto presto gli asintomatici potranno tornare a lavoro dopo 5 giorni di isolamento. Intanto, però, si teme per una nuova variante covid-19, mentre Cerberus sta diventando dominante. Ma andiamo per ordine.

Quarantena Covid-19, ecco come cambierà l’isolamento nelle prossime settimane

Come era stato anticipato poco tempo fa, il Governo Meloni vuole cambiare le carte in tavola con il covid-19 e inizierà proprio dalla quarantena. In pratica, dopo 5 giorni a casa chi è senza sintomi da almeno 24 ore può tornare a lavoro senza dover fare il tampone di controllo. Chi, invece, dopo 5 giorni, è ancora sintomatico con febbre dovrà continuare a rimanere isolato. Concorde con le nuove regole è anche il virologo Fabrizio Pregliasco. Ad Adnkronos ha spiegato che è fondamentale in questa fase convivere con il virus e responsabilizzare i cittadini. Nelle prossime settimane, in sostanza, chi risulterà positivo al covid-19 dovrà restare in quarantena per 5 giorni. Poi dal momento che non avrà più sintomi potrà tornare a lavorare senza andare a fare il tampone finale.

Si tema una variante pericolosa in arrivo dalla Cina o Africa

Intanto, però, anche se il tema covid-19 è molto meno popolare rispetto al passato, i dati di Gimbe hanno appurato che nell’ultimo mese il virus ha causato la morte di 500 persone.

Il periodo è sicuramente diverso rispetto a tre anni fa ma l’attenzione è sempre alta in merito a nuove varianti. Secondo uno studio svolto dall’Health Research Institute, infatti, è bene fare attenzione a nuove varianti in arrivo da Cina e Africa. Lo studio si è basato su delle analisi condotte su un paziente immunodepresso. Ed è arrivato alla conclusione che seppur all’inizio si presentava in forme mite, in seguito il virus è mutato nuovamente in una forma aggressiva come quella iniziale.

Insomma, secondo i ricercatori non sempre l’evoluzione porta ad un’attenuazione. Il problema potrebbe nascere soprattutto in Africa dove le persone immunodepresse sono molte, ma anche in Cina. Proprio il caso cinese è emblematico. Nelle ultime settimane la Cina sta vivendo un nuovo boom di casi, circa 40mila al giorno, che comunque considerando gli abitanti totali non sono molti. In realtà, però, gli esperti si dicono preoccupati di quanto sta accadendo in Cina, dove oltretutto sono stati usati vaccini cinesi che a quanto pare si stanno dimostrando meno efficaci di Pfizer e Moderna. Il timore, insomma, è che la circolazione del virus in maniera incontrollata in paesi come Cina e Africa possa dare vita a nuove varianti covid pericolose.
Nel frattempo, però, il governo è intenzionato a modificare la quarantena e semplificare molto il ripieno al lavoro senza bisogno del tampone a cui ormai ci siamo abitati da tempo.