Quanto prende di stipendio un dipendente pubblico no-vax che si oppone alla vaccinazione e quindi che viene sospeso dal servizio?

Stipendio no vax, quanto prende un lavoratore che si oppone alla vaccinazione anti Covid

Secondo l’ordinanza 1234/22, depositata il 25 febbraio dalla quinta sezione del Tar Lazio il no-vax ottiene comunque metà dello stipendio in quanto, nonostante la sospensione, bisogna ugualmente sopperire alle esigenze essenziali di vita. Il caso riguardo un assistente capo della polizia penitenziaria sospeso, appunto, perché non voleva vaccinarsi.

Il collegio, però, ha disposto un assegno alimentare pari al 50 per cento del trattamento retributivo di attività.

Nel ricorso viene richiesto anche un approfondimento di merito all’obbligo vaccinale e sulla necessità di bilanciare i valori legati alla “tutela della salute come interesse collettivo e l’assicurazione di un sostegno economico vitale”. Nel caso del dipendente in questione, infatti, la mancata immunizzazione comporta lo stop allo stipendio ma l’interessato aveva ottenuto la corresponsione dell’intero stipendio fino alla trattazione collegiale tramite un provvedimento monocratico che poneva il dubbio della legittimità dell’obbligo vaccinale.

Ma va considerato che lo stipendio è fondamentale per vivere, quindi in attesa della camera di consiglio, il lavoratore ha ottenuto il 50% dello stipendio, fino alla data del 6 maggio, quando ci sarà la prossima udienza.

La linea del giudice del lavoro

Alcune settimane fa, il Tar Lazio con il decreto 919/22, ha stoppato la sospensione di venti militari che pure avevano fatto ricorso, dopo essere stati estromessi sempre per lo stesso motivo, ossia che i lavoratori non possono rimanere senza stipendio mentre aspettano la trattazione collegiale del ricorso. La linea del Tar appare diversa dalle decisioni prese giudice del lavoro secondo cui è legittimo sospendere il lavoratore no-vax in quanto “perdita dello stipendio non è di per sé «irreparabile» ma è un danno risarcibile ex post”.

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