Spaghetti, penne, fusilli e chi più ne ha più ne metta. Ma quanto costano ormai? E’ vero che la pasta è un piatto irrinunciabile per la nostra dieta, ma nell’ultimo anno i prezzi sono aumentati troppo. Trovarli negli scaffali dei supermercati al prezzo di una volta è impossibile e la cosa più preoccupante è che ogni mese che passa un pacco di pasta ha prezzi sempre più alti. Solo a marzo si segnala il 17,5 per cento in più rispetto allo stesso mese del 2022.

Le associazioni dei consumatori sono sul piede di guerra. Infatti il prezzo della materia prima è calato e anche i prezzi dell’energia si sono normalizzati, motivo per cui il rincaro della pasta è assolutamente ingiustificato.

Ecco perché il ministro delle Imprese e del made in Italy, Adolfo Urso, ha deciso di chiedere al Garante per la sorveglianza dei prezzi, Benedetto Mineo, la convocazione della Commissione di allerta rapida per analizzare la dinamica del prezzo, che si dovrebbe svolgere l’11 maggio e sarà la prima riunione della commissione. Ma questo potrebbe essere solo il passo iniziale per capire come risolvere il problema del rincaro della pasta.

Prezzi pasta folli e l’ombra della speculazione, convocata Commissione allerta

Il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, ad esempio, vorrebbe di nuovo attivare la Commissione sperimentale nazionale per il grano duro. Senza escludere la possibile costituzione di una Commissione Unica Nazionale. Lo scopo è ovviamente quello di arrivare alla creazione di un prezzo unico per tutti.
La pasta è il prodotto più amato della cucina italiana, ogni anno se ne consumano 23,5 chili a testa e nel settore lavorano migliaia di persone con oltre 200mila aziende fornitrici. Per il nostro paese è un settore fondamentale ma da troppo tempo il problema dei rincari e delle oscillazioni di prezzo sta mettendo a serio rischio la filera. Insomma, qualcosa bolle in pentola e dopo oltre un anno da quando il prezzo della pasta ha iniziato a salire, la possibilità di tornare ai prezzi di una volta non è da escludere.

Costi in salita

Il problema riguarda anche le speculazioni internazionali e secondo Coldiretti qualcosa non va. In Italia, il grano duro per la pasta viene pagato 38 centesimi al chilo, registrando un calo rispetto allo scorso anno. In tutto ciò, a rimetterci sono anche i consumatori che ormai devono pagare un pacco di pasta più di 2 euro al chilo. A Milano costa 2,2 euro al chilo, a Roma 1,85 euro al chilo e non va tanto meglio nelle altre città. Per questo, anche le associazioni dei consumatori sono sul piede di guerra. Secondo Unione Nazionale Consumatori:

“fino a che la speculazione non sarà definita come una pratica scorretta, si avranno sempre le armi spuntate contro i prezzi troppo alti”

Massimiliano Dona, ha fatto notare che i prezzi della pasta stanno salendo senza sosta da giugno 2021 e a marzo 2023 risultava un rincaro del 37%. Secondo i dati Ismea, invece, il frumento duro nel giro di un anno è sceso del 28,3%.
Inizialmente i rincari erano stati imputati ai cattivi raccolti in Canada e Stati Uniti, ma quei problemi sobno stati risolti. Insomma, è arrivato il momento di fare capire cosa sta succedendo. Sia Coldiretti che le associazioni dei consumatori hanno invocato l’intervento dell’ Antitrust per fare chiarezza su possibili fenomeni speculativi.