Il governo ha prorogato il decreto taglio accise con lo sconto di 25 cent al litro per i prezzi di benzina e diesel fino all’8 luglio. Lo si apprende dalla bozza del decreto energia sul tavolo del Cdm: “In considerazione del perdurare degli effetti economici derivanti dall’eccezionale incremento dei prezzi dei prodotti energetici, a decorrere dal 3 maggio 2022 e fino all’8 luglio 2022″.
Prezzi benzina e diesel, sconto 25 cent decreto taglia accise prorogato fino all’8 luglio
Il taglio delle accise garantisce fino a 30,5 cent al litro; per la benzina le aliquote saranno:
“478,40 euro per mille litri; per oli da gas o gasolio usato come carburante 367,40 euro per mille litri; per gas di petrolio liquefatti (GPL) usati come carburanti 182,61 euro per mille chilogrammi; per gas naturale usato per autotrazione zero euro per metro cubo”
Tra le novità, l’intervento che viene esteso anche al metano per cui l’accisa va a zero e l’Iva viene ridotta al 5%.
“Al fine di prevenire il rischio di manovre speculative derivanti dalla diminuzione delle aliquota di accisa, il Garante per la sorveglianza dei prezzi si avvale anche “del supporto operativo del Corpo della Guardia di finanzia per monitorare l’andamento dei prezzi anche relativi alla vendita al pubblico dei suddetti prodotti energetici”.
Aumentano i prezzi del carburante
Quindi, gli automobilisti potranno sfruttare lo sconto di 25 cent fino all’8 luglio. Nonostante tutto, i prezzi di benzina e diesel sono nuovamente aumentati dopo qualche settimana di tregua. Il motivo va ricercato nella guerra in Ucraina, ma anche la crisi energetica. Negli ultimi giorni, in particolare, è stato il gasolio a subire rincari non indifferenti; la raffinazione europea sembra infatti più orientata a produrre benzina e quindi il diesel sta diventando sempre più caro.
I prezzi sono tornati a crescere e il gasolio costa ancora di più.
Nel corso del tempo, il diesel, essendo più utilizzato, ha ricevuto un trattamento fiscale più di favore ma con meno gasolio disponibile il prezzo è tornato a salire. Ancor prima della guerra si era notato un rialzo, dovuto anche alla riduzione della fornitura da parte del Medio Oriente. La conseguenza, quindi, è un aumento dei prezzi anche per i consumatori finali, una situazione che non potrà risolversi fino a quando le forniture non torneranno ai valori normali. A questo va aggiunto che gli impianti europei sono più orientati a produrre benzina.