Potrebbe ricominciare quel periodo di timori per gli automobilisti in merito ai possibili rialzi per i prezzi di benzina e diesel. E’ passato quasi un anno da quando il carburante costava più di 2 euro al litro e fare un pieno era diventato un vero e proprio salasso. Il 5 febbraio è scattato l’embargo ai prodotti raffinati provenienti dalla Russia e da quel momento un aumento dei prezzi di benzina e diesel è da mettere in conto.

La volatilità dei prezzi, infatti, non è da sottovalutare ma per adesso non si sono ancora notati forti rialzi alle pompe.

Che cosa potrebbe accadere a breve termine?

Prezzi benzina e diesel, in arrivo una possibile stangata

Il timore, insomma, è che possano ripartire nuovi rialzi anche se non c’è una data. Infatti, le scorte accumulate nelle ultime settimane faranno da cuscinetto. Quindi riusciranno ad evitare un rialzo immediato delle quotazioni ma ancora per quanto non è dato saperlo. Infatti, dal momento che i costi di trasporto aumenteranno, possibili conseguenze si potrebbero notare anche alle pompe. A quel punto, il governo dovrebbe intervenire con l’accisa mobile. Di recente, Assoutenti aveva già segnalato che in autostrada in alcuni tratti, il carburante era tornato a costare sopra i 2,5 euro al litro e quindi ha lanciato un possibile allarme su manovre speculative. In merito ai futuri possibili rincari della benzina e del diesel, Davide Tabarelli, presidente di Nomisma Energia, ha dichiarato che ciò potrebbe accadere ma non subito:

“Grazie alle scorte accumulate nei mesi scorsi e per effetto del meccanismo del price cap, applicato dai Paesi dell’Ue del G7, il mercato dovrebbe mantenere una sua stabilità”

Da mesi si sapeva di questo embargo. Ecco perché le scorte sono state prese subito. In più il clima mite registrato fino ad oggi, lasciando i breve momenti di gelo, ha fatto in modo che i consumi per il riscaldamento siano rimasti limitati.

Con gli aumenti potrebbe scattare l’accisa mobile

In Italia, in caso di un nuovo aumento dei prezzi, potrebbe scattare l’accisa mobile. Un sistema già visto nel 2008 ma che è stato ripescato dal nuovo governo nel decreto sulla trasparenza. In pratica se il prezzo aumenta sulla media del “precedente bimestre, rispetto al valore di riferimento” può scattare il taglio delle accise. L’accise mobile scende al crescere del prezzo di benzina e diesel per alleggerire il carico complessivo.

Nel frattempo, di recente, il senatore Mario Turco, vicepresidente M5s, ha chiesto che lo sconto taglia accise sia ripristinato. “Serve intervenire senza perdere ulteriore tempo ripristinando lo sconto sulle accise e tassando gli extra profitti delle imprese energetiche” ha detto riferendosi alla necessità di ripristinare lo sconto.

Ma sarà davvero così e i prezzi della benzina saliranno nuovamente?