Il disastro accorso in Turchia ha scosso il mondo e ridestato nuovamente l’attenzione su un problema che accompagna l’uomo dalla notte dei tempi. Prevedere il terremoto però potrebbe finalmente diventare realtà tra qualche tempo, anche grazie all’istallazione di sismografi sviluppati dall’Istituto Nazionale di oceanografia e geofisica sperimentale. Vediamo come.

Prevedere il terremoto, sarà possibile?

Lo scopo della scienza non è solo quello di curare, ma anche di prevenire. Riuscire a scoprire in anticipo un disastro significa scongiurarlo, per questo motivo prevedere il terremoto rappresenterebbe una delle più grandi conquiste dell’uomo.

Il progetto nasce anche grazie al contributo di Poste Italiane, la quale ha messo a disposizione i suoi uffici per installare i nuovi rilevatori e iniziare la fase di sperimentazione. Ecco le parole del professor Carlo Doglioni, presidente dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV):

“Non abbiamo ancora capito bene la natura dei terremoti e i segnali che la Terra emette prima degli eventi importanti. Forse, tra qualche decennio, avremo una lettura molto più nitida e strumenti in grado di fornirci segni premonitori che oggi non abbiamo. Al momento vengono fatte solo previsioni probabilistiche di accadimento sulla base della storia sismica passata. L’Italia ha una vasta parte del suo territorio ad alta pericolosità sismica. Un terremoto può avvenire domani o tra qualche anno, ma tornerà comunque: ce lo dicono la statistica e la geologia”.

Il professore spiega che è necessario creare una cultura relativa ai distrasti naturali, e per farlo sarà importante iniziare a parlarne già nelle scuole, al fine di sensibilizzare sull’argomento e offrire la giusta consapevolezza in merito al rischio sismico e altri disastri naturali.

La nascita del progetto e i futuri sviluppi

Il piano nasce anche grazie alla collaborazione con l’OGS. Il terremoto del 1976 in Friuli Venezia-Giulia ha posto l’accento sugli elevati rischi sismici presenti nella zona nord-est del paese.

A seguito di quell’evento furono istallati sismografi nella zona di confine con il Veneto, mentre il nuovo piano prevede l’istallazione nella zona di Venezia e dintorni. Come dicevamo, non è mancato il sostegno di Poste Italiane, la quale ha subito messo a disposizione gli uffici Italposte. Ecco a tal riguardo le parole di Giorgio Scarmagnan, responsabile della gestione operativa degli edifici della struttura immobiliare Nord-Est:

“Insieme ad OGS, abbiamo analizzato le varie tipologie di edifici a disposizione. Partendo da un campione di 900 abbiamo ristretto il campo agli edifici patrimoniali, per poi concentrarci su quelli di Italposte dal momento che, per la loro tipologia costruttiva, hanno una risposta migliore dell’onda sismica sull’accelerometro. Dopo una serie di sopralluoghi sono stati individuati gli edifici adatti, e sono stati installati un totale di 42 sismografi”.

Il progetto è partito nel 2021, mentre a maggio dello scorso anno si è avviata l’istallazione per altri 10 sismografi in modo da coprire l’intera zona interessata. La missione per prevedere il terremoto ha finalmente un inizio, e tra qualche anno la scienza potrà davvero fare passi da gigante contro questi disastri.