La situazione è di quelle pesanti, anche se, come al solito, quando si tratta dei bianconeri il rumore è più forte. Le plusvalenze della Juve non vanno, c’è il reato di falso in bilancio? È quello che effettivamente hanno chiesto i pm, i quali hanno rincarato la dose chiedendo anche gli arresti domiciliari per Andrea Agnelli, uno dei 16 indagati nella maxi inchiesta.

Spunta anche il nome di Cristiano Ronaldo nelle indagini. Il portoghese è stato richiesto per essere ascoltato come persona informata sui fatti, ma ha fatto sapere di non avere nessuna intenzione di venire in Italia per prendere parte allo scandalo bianconero.

Ma qual è l’accusa che viene mossa ai dirigenti bianconeri? Facciamo il punto della situazione.

Plusvalenze Juve, nuovo scandalo in bianco e nero

Non c’è nulla di nuovo nel calcio italiano, potremmo quasi dire che si tratta del solito remake di un film in bianco e nero, per usare un parallelismo cinematografico. Il problema, però, è che lo scandalo rimane in bianco e nero nonostante da decenni si sia passati al colore, visto che ad essere coinvolta è ancora una volta la vecchia Signora. La Madama del calcio ormai non è nuova a queste inchieste, la più clamorosa rimane calciopoli del 2006, ma i sospetti su illeciti sportivi ed economici per la squadra piemontese affondano le loro radici nella notte dei tempi.

Al momento la questione sembra abbastanza complessa, serve quindi sintetizzarla nel modo più semplice possibile. Di cosa è accusata la Juve? La risposta più semplice è questa: falso in bilancio negli ultimi 3 anni. Tra gli indagati degli inquirenti ci sono l’a.d. dei bianconeri Maurizio Arrivabene, Francesco Roncaglio ed Enrico Vellano (entrambi nel cda), il presidente Agnelli, il vice Pavel Nedved e l’ex ds Fabio Paratici.

Falso in bilancio, cosa accadrà?

I pm avevano addirittura chiesto gli arresti domiciliari in misura cautelare per gli indagati, compreso Agnelli, ma il giudice delle indagini preliminari ha respinto tale proposta.

Ecco cosa ha scritto la Procura in merito all’accusa:

“Le operazioni di scambio, che non generano flussi finanziari di sorta, risultano concluse a valori stabiliti dalle parti in modo arbitrario e con lo scopo di far fronte alle necessità di bilancio del momento: tali operazioni sono state ritenute fittizie. Le plusvalenze da queste generate, sono state rivisitate”.

Fatture inesistenti, scritture private, documenti nascosti fuori sede, il tutto per falsificare il bilancio e nascondere le plusvalenze. Insomma, i conti non tornano e gli inquirenti vogliono vederci chiaro. Secondo l’accusa, la Juve avrebbe mentito sugli stipendi e generato profitti inesistenti con una serie di scambi di mercati poco chiari. Sicuramente ci sarà da attendere un bel po’ per mettere a parola fine alla vicenda. Ai posteri l’ardua sentenza.