Il nuovo piano di razionamento gas e luce che ci aspetta da ottobre preoccupa non poco gli italiani. I dubbi sono ancora tanti, anche se ormai appare tutto abbastanza chiaro. Dal prossimo mese dovremo ricordarci di tenere il termostato di un grado più basso e di accendere il riscaldamento un’ora in meno al giorno. Fino a qui tutto ok. Certo, all’inizio per nessuno sarà facile abituarsi a queste novità e a dover rinunciare a certe comodità. Però pensiamo che, grazie a questo piano, la bolletta potrebbe diventare meno cara.

E’ già un passo per essere più contenti. Un problema che non è stato affrontato, invece, è quello delle pompe di calore.

Secondo l’Associazione per il Riscaldamento Senza Emissioni (Arse), infatti, il nuovo piano di razionamento rischia di causare seri danni per chi ha scelto di eliminare dalla propria casa la caldaia gas e ha preferito installare la pompa di calore.

Piano razionamento luce, cosa rischia chi ha installato le pompe di calore

Sono sempre di più le abitazioni gas free, ma con il piano di razionamento si rischia seriamente di non poter usare in contemporanea più elettrodomestici. Quindi anche la pompa di calore in alcuni orari. Questo vorrebbe dire non potersi riscaldare. Il nuovo piano energia in studio da parte della Ue, infatti, prevede che in alcune fasce orarie non si potrà tenere acceso più di un elettrodomestico alla volta. Il rischio è vedere scattare il contatore. Chi ha installato le pompe di calore per non dover più usare la caldaia, insomma, rischia davvero grosso.

Per questo Riccardo Bani, presidente di Arse, chiede alcune garanzie come una potenza minima per chi ha scelto di elettrificare i sistemi di riscaldamento. A rischio ci sono almeno un milione di famiglie, che pur avendo optato per un sistema sostenibile, ora potrebbero dover stare al freddo nelle ore di punta o comunque quelle scelte dal governo.

I dubbi in vista del piano gas

C’è anche una sorta di controsenso in tutto ciò. Infatti, chi usa la caldaia e i fornelli a gas nel caso di razionamento potrà continuare a tenere i riscaldamenti accesi e cucinare, chi usa le pompe di calore, invece, oltre a restare al freddo rischia anche di non poter cucinare. Una decisione che andrebbe a stridere anche con quanto consigliato dal ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani, che per ridurre la dipendenza dal metano russo consigliò l’installazione di nuove pompe di calore elettriche contro quelle vecchie a gas.

Il piano sembra chiaro ma, in realtà, sono tanti i cavilli a cui si cerca di dare una risposta. La speranza è che tutto diventerà più chiaro entro fine mese, visto che da ottobre quando inizierà ad essere freddo, gli italiani vorranno capire come comportarsi.