Non c’è pace per gli italiani attanagliati dai rincari. La notizia dell’aumento della bolletta della luce e poi del piano di razionamento gas preoccupa non poco. E non potrebbe essere altrimenti, visto che quasi la totalità delle famiglie sono sopraffatte dal caro vita e inizia a diventare complicato arrivare a fine mese per alcuni. Alzi la mano chi non ha iniziato a farsi i conti per i prossimi mesi: “Quanto spenderò in più adesso? Tra bollette del gas e della luce mi aspetta un salasso di 500 euro mentre prima ne pagavo la metà”.

E magari potrebbe andare pure molto peggio con i riscaldamenti. Conti a parte e situazione di stallo per molte famiglie, il caro bollette colpisce anche le Regioni e i comuni che per far fronte ai rincari hanno messo in campo delle risorse per risparmiare. Ma come?

Piano gas e luce al via razionamenti nei Comuni italiani, c’è chi pensa allo smart working

C’è il caso della Regione Lazio che oltre al taglio dell’illuminazione negli uffici, punta allo smart working e alle chiusure anticipate. Lo scopo è arrivare a risparmiare in ogni modo, tenendo in mente che la sanità deve rimanere fuori dalle conseguenze dei rincari. Infatti, i costi eccessivi e la mancanza di materie prime possono rappresentare un grande problema per le aziende. La Regione Lazio ha pensato non solo alla riduzione dell’illuminazione negli uffici, ma anche alla chiusura anticipata e lo smart working per i dipendenti. Il piano di razionamento, inoltre, che riguarda indistintamente anche le famiglie italiane, coinvolgerà anche gli uffici regionali. Lo scopo sarà quello di tenere i riscaldamenti più bassi negli uffici e puntare ad una campagna di sensibilizzazione per i cittadini.

A Trento riscaldamenti spenti alle 13 ogni venerdì

Lo smart working, che molti dipendenti volevano anche abbandonare proprio perché non si risparmia più, anzi con i rincari dell’energia rischia di affossare ancora di più i lavoratori, potrebbe tornare utile come strumento contro i rincari delle bollette.

Nel Comune di Milano è già confermato lo smart working obbligatorio di 8 ore al mese per alcuni uffici. Questo significa che per almeno 2 giorni a settimana, i dipendenti dovranno lavorare da casa.

Il problema del lavoro agile è già stato affrontato di recente. Ora che l’energia costa di più, gli smart workers spendono molto di più per lavorare da casa, senza contare che con questa modalità di lavoro non vengono riconosciuti i buoni pasto. Insomma, lavorare da casa sta diventando costoso.
Nelle altre città, si sta cercando di far fronte ai rincari in altri modi. La città di Trento, ad esempio, sta pensando, di spegnere i riscaldamenti alle 13 ogni venerdì e sarà anche vietato usare fornelli o altri tipi di apparecchi. Decisioni più o meno simili anche in altre città italiane, dove i Comuni hanno in mano delle idee per uscire da questa fase molto delicata.