Continuano i lavori in Commissione Bilancio della Camera per definire la manovra. Dopo sei giorni di lavori, però, non c’è ancora una proposta di modifica definitiva per cui il Governo vorrebbe porre la fiducia in aula mercoledì sera per poi richiedere la convocazione della seduta per il voto. Questo nella notte tra giovedì e venerdì. C’è grande attesa per tale evento, soprattutto sul fronte pensioni. Le ultime news in merito ci comunicano che l’esecutivo avrebbe deciso di rivedere la “scaletta” delle percentuali d’aumento.

Al momento, per molti, anche pochi euro potrebbero fare la differenza anche perché la situazione “rincari” sta diventando davvero insostenibile.

Prodotti alimentari, benzina e diesel e ora anche i mutui a tasso variabile rischiano di aumentare ma le pensioni e gli stipendi continuano a restare pressoché gli stessi.

Le ultime news sulle pensioni

I tempi di approvazione della manovra alla Camera rischiano di allungarsi anche perché, dopo la seduta notturna di ieri, non è stato approvato nemmeno un emendamento. L’obiettivo è però quello di chiudere l’esame in Commissione nella giornata di oggi, per le 17, e se dovesse andare così, l’approdo in Aula che è previsto per le 13 di domani, potrebbe slittare nel pomeriggio.

I pensionati sono in attesa delle decisioni del Governo per capire se il loro cedolino dall’anno prossimo sarà più sostanzioso. Ma vediamo come l’esecutivo avrebbe rivisto “la scaletta” delle percentuali di incremento da applicare agli assegni per colpa dell’inflazione.

Da quel che si sa fino a ora, è stato confermato l’adeguamento al 100% per le pensioni lorde a 2100 euro. Per questa tipologia di pensionati, l’incremento sarà del 7,3%. Per chi percepisce un assegno tra i 2100 e i 2600 lordi circa, invece, il recupero sarà un poco potenziato ovvero tra 4-5 volte il trattamento minimo Inps. Il recupero sarà invece più ridotto per chi supera tale soglia.

Dettagli

Il Governo ha confermato l’adeguamento pieno del 100% all’inflazione per coloro che percepiscono fino a 2100 euro al mese lordi ovvero per chi ha assegni fino a quattro volte il minimo. La rivalutazione sarebbe poi dell’85% (e non dell’80%) per chi percepisce pensioni lorde di 2626 euro lordo al mese e quindi fino a cinque volte il minimo. I primi potrebbero beneficiare di 153 euro lordi in più mentre i secondi di 162 euro.
Scende poi la rivalutazione per le pensioni più alte. Per quelle sei volte il minimo ovvero fino a 3150 euro, la rivalutazione dovrebbe essere del 53% mentre del 47% per le pensioni pari a 4200 euro lordi mensili. Infine per quelle di 5250 euro mensili ovvero dieci volte il minimo, l’adeguamento del 37% mentre per l’assegno di 5350 euro lordi del 32%.

Con il governo Meloni, quindi, si passerà a un meccanismo biennale a sei fasce (invece di tre) che assicurerà la rivalutazione piena per le pensioni fino a 2100 euro. Come spiega Ilsole24ore, quindi, per trattamenti lordi tra i 2100 e i 2626, l’adeguamento salirà a 162 euro lordi invece di 153. L’assegno da 3150 euro lordo sarà rivalutato di 121,8 euro invece di 126 euro. Con il vecchio schema, invece, la rivalutazione sarebbe stata di 172 euro. Infine per pensioni da 5250 euro lordi al mese, l’adeguamento sarebbe di 141,8 euro al mese e non di 153 euro. In base al vecchio schema in vigore sarebbe stato invece di 287 euro.

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